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TLC 2025
Il futuro delle Telecomunicazioni
e della trasformazione digitale in Italia
a cura di Stefano Palumbo
L’indagine previsionale “TLC 2025. Il futuro delle
Telecomunicazioni e della trasformazione digitale in Italia”
è stata ideata e realizzata da Stefano Palumbo.
All’indagine hanno partecipato, in qualità di esperti: Gian
Paolo Balboni (già Tim), Andrea Casalegno (Top-Ix), Gianni
Dominici (ForumPa), Paolo Nuti (Mc Link), Fabio Panunzi
Capuano (Linkem), Francesco Pirro (Agid), Roberto Vicentini
(Engineering). Ezio Zerbini (Ericsson).
Hanno inoltre partecipato al progetto Alessandro Casacchia
(Agid) e Giovanni Sabatini (Engineering).
Main sponsor del progetto è stata Engineering.
2017 by Stefano Palumbo
http://it.linkedin.com/in/palumbostefano
TLC 2025. Il futuro delle Telecomunicazioni
e della trasformazione digitale in Italia
di Stefano Palumbo
Finito di stampare nel gennaio 2017
Impaginazione e stampa a cura di Format Roma Srl, Roma
È consentita la riproduzione e diffusione con citazione dell’autore
TLC 2025
Il futuro delle Telecomunicazioni
e della trasformazione digitale in Italia
INDICE
Premessa 9
Introduzione 13
PARTE PRIMA
LO SCENARIO PREVISIONALE
a cura di Stefano Palumbo
1. Le tendenze della tecnologia 45
Lo sviluppo infrastrutturale, p. 45 – Architetture
di rete e device, p. 47 – La sicurezza, p. 51
59
Gli investimenti, p. 59 – Lo scenario competitivo,
p. 63 – I modelli di business, p. 69
3. La regolazione e le politiche 73
Il ruolo dell’Unione Europea, p. 73 – La
governance della trasformazione, p. 74 – L’identità
digitale, p. 80
4. L’evoluzione del mercato 83
Business to Consumer, p. 83 – I comportamenti di
consumo, p. 93 – Business to Business, p. 95
99
Il mercato dei contenuti, p. 99 – L’Industria 4.0,
p.105–L’InternetdelleCose,p.109–IBigData,p.113
6. La trasformazione digitale 121
l’amministrazione, p. 124 – La società e la cultura,
p. 126 – Il mercato del lavoro e le competenze, p. 130
7. Gli effetti del Brexit sulle Telecomunicazioni 135
PARTE SECONDA
IL PUNTO DI VISTA DEI PROTAGONISTI
Il percorso verso la Quinta Generazione, Ezio Zerbini,
p. 141 – Lo scenario competitivo, Gian Paolo
Balboni, p. 147 – Le opportunità del mercato delle
Telecomunicazioni, Fabio Panunzi Capuano, p. 154 –
Le Telco e l’occasione dei Big Data, Roberto Vicentini,
p. 160 – P.A. Digitale tra Open Data e sharing
economy, Gianni Dominici, p. 166 – Tecnologia,
politica e società, Andrea Casalegno, p. 173
Nota metodologica 181
Gli esperti 187
Il curatore 191
9
PREMESSA
Il progetto
Lo scenario previsionale contenuto in questo libro
è il frutto di un progetto realizzato fra il maggio e il
luglio del 2016. Dieci manager di primo piano della
filiera delle Telecomunicazioni – con una composi-
zione il più possibile eterogenea, per comparto e per
seminari di una giornata ciascuno, e hanno elaborato
collettivamente uno scenario previsionale per le Tlc in
Italia, nell’orizzonte del 2025. Stimolati nella discus-
sione dall’autore di questo libro, ma liberi di focaliz-
zare l’attenzione sui temi che loro stessi ritenevano
più importanti, questi dieci esperti hanno fruito di una
hanno anche prodotto idee che al termine del loro lavo-
ro mettono a disposizione della comunità professionali
cui appartengono.
Il risultato del lavoro svolto in una sede ristretta,
dunque, diventa uno strumento per promuovere l’evo-
sull’economia e la società. Questo, in sintesi, è il pro-
getto “Tlc 2025”, che si è avvalso della sponsorship di
Engineering e di contributi da parte delle altre aziende
partecipanti.
10
La metodologia
La prima tappa del progetto è consistita in un se-
minario di una giornata, dedicato ad analizzare la si-
che vi operano. La discussione si è poi spostata sulle
prospettive future. Ogni partecipante ha contribuito
con le proprie idee a focalizzare i temi più importanti
su cui concentrare sforzo di previsione. Questi temi
sono stati via via trasformati in domande sul 2025:
Come evolveranno le infrastrutture di telecomunica-
zione? Come evolveranno gli assetti imprenditoriali e
i rapporti fra i vari player -
ratori, media company, gestori di altre reti e utility,
service provider, etc.)? Come cambieranno i modelli
di business? In quale misura e in quali ambiti del no-
stro sistema produttivo si diffonderanno le metodologie
dell’Industria 4.0? Come evolverà l’Internet Delle Cose
in Italia? Come evolverà la governance della trasfor-
mazione digitale in Italia? Quali saranno i principali
effetti economici, politici e sociali dei cambiamenti nel
settore delle Tlc? Una volta messo a punto un ampio
ventaglio di interrogativi, i partecipanti stessi hanno
scritto – nella seconda parte della giornata – le pro-
prie risposte e le hanno consegnate al coordinatore del
progetto.
Nelle settimane successive le risposte sono state
elaborate, riorganizzate per tema e trasformate in un
secondo questionario, che conteneva tutte le ipotesi
previsionali emerse dalla prima giornata.Si è svolto
11
dunque un secondo seminario, in cui sono stati in pri-
mo luogo discussi gli argomenti principali emersi dalla
prima fase di consultazione. Alla discussione ha fatto
seguito la valutazione individuale delle idee: ogni par-
tecipante, esaminando nel dettaglio il questionario, ha
selezionato, nell’ampia messe di idee contenute, quelle
che gli apparivano più credibili.
Durante il mese successivo è stato predisposto il
rapporto di ricerca, composto dalle previsioni che han-
parte dei partecipanti al progetto.
i risultati sono stati discussi approfonditamente dai
partecipanti.
Su questo percorso si è però inserito un evento inat-
teso che ha cambiato lo scenario economico globale:
il referendum britannico sull’Unione Europea, che ha
visto la vittoria dell’opzione “Leave” e quindi la deci-
sione popolare per il “Brexit”. Vista l’importanza di
tale evento, intervenuto dopo che la fase della ricerca
dedicata alla produzione delle idee era già avvenuta, è
stato introdotto un quesito aggiuntivo, su cui il panel
è stato consultato a distanza, in modo da aggiungere
una previsione che tenesse conto del cambiamento av-
venuto.
La credibilità del rapporto previsionale, riporta-
to nella prima parte di questo libro, è in primo luo-
go direttamente legata alla qualità professionale degli
esperti consultati. Alla loro competenza, tuttavia, si ag-
12
Delphi, utilizzata per elaborare lo scenario:
-
tellettualmente impegnativo della scelta secca fra il
“SI” e il “NO ”);
– il fatto che nessuno dei partecipanti sapesse chi
evita sia le contrapposizioni pregiudiziali, sia un
assenso fondato più sul rispetto dell’autorevolezza
– la selezione severa di tutte le ipotesi che non rag-
giungono un ampio consenso.
Il panel di esperti
Il progetto ha coinvolto, in qualità di Esperti: Gian
-
13
INTRODUZIONE
Focalizzati e lungimiranti
Le tendenze del mercato globale delle Telecomu-
-
rio. Disponibili in rete ve ne sono numerosi: da quelli
prodotti sistematicamente dalle grandi corporation
-
-
nuti riservati perché più strettamente collegati alle scelte
strategiche.
-
dere in anticipo le tendenze in cui ci troveremo a ope-
rare nel medio-lungo termine? Certo, è indubitabile che
tutti i paesi saranno attraversati nei prossimi anni dai
originale, più o meno accelerata, più o meno redditizia.
Il progetto “Tlc 2025” si è posto l’obiettivo di capire le
prossimo decennio. Il termine temporale è stato scelto
perché fosse nettamente più lungo di quello che viene
Nella maggior parte delle aziende, infatti, si ragiona so-
litamente sui tre anni; anche laddove si debbano effet-
tuare investimenti che danno rendimenti in tempi lun-
ghi, raramente si va oltre il quinquennio. Uno scenario
14
di uno scenario italiano impostato in tal guisa sareb-
be molto scarso, anche in funzione del fatto che non
siamo certo un paese-guida, nell’ambito economico in
esame. Proporre un orizzonte temporale più lontano ha
quindi il senso di un’operazione culturale: stimolare i
allungare il proprio sguardo e a fare uno sforzo di anti-
immaginare se e in quale misura la comunità italiana
delle Tlc possa essere protagonista dell’innovazione,
quali opportunità possa cogliere, quali rischi, peculiari
del nostro Paese, debbano essere scongiurati.
Un menù italiano
frutti: all’interno di uno scenario i cui elementi portanti
sono certamente costituiti da tendenze di respiro glo-
bale – o almeno continentale, specie sul terreno della
conduttore rappresentato dal modo in cui lo sviluppo
delle Telecomunicazioni avverrà nel nostro Paese.
Limiti e ritardi in alcuni casi, peculiarità culturali in
altri, capacità innovative per certi versi inattese in altri
ancora. Un menù di undici voci in cui la cucina locale,
con i suoi pregi e i suoi difetti, attira la nostra attenzio-
ne più del gusto globalizzato.
del progetto, condurrò una rapida rassegna di queste
15
voci, in modo da offrire un’immagine complessiva del
-
pente sviluppo delle Tlc.
Il ritmo che in Italia siamo capaci di tenere nel fare
innovazione non è, in termini generali, un punto di for-
za nazionale. Sullo sviluppo delle Telecomunicazioni
e sulla digitalizzazione dell’economia siamo notoria-
mente indietro a gran parte degli altri paesi europei. Un
1
segnala che
and Society Index) è nel gruppo dei paesi più arretrati.
-
dia europea sia, e soprattutto, dalle eccellenze. L’unica
voce su cui le distanze sono relativamente limitate è
il macro-indicatore “Integrazione delle tecnologie di-
l’impiego del canale online per le vendite), ma per la
semplice ragione che in materia l’intera Ue è abbastan-
za attardata.
Agenda Digitale 2016. Pubblico e privato, un patto per l’Italia digi-
tale, novembre 2016. Da tale rapporto sono riprese le Figure 1 e 2.
16
Figura 1 – Posizionamento relativo dell’Italia sul Desi nel 2015
Figura 2 – Posizione relativa delle regioni italiane sul Desi
nel2015
Certamente, segnala il rapporto, vi sono molte dif-
ferenze fra le nostre venti regioni, ma comunque, sui
cinque macro-indicatori che compongono il Desi, solo
sulla già citata voce “Integrazione delle tecnologie di-
gitali” cinque nostre regioni si collocano al di sopra
17
Il Rapporto del Politecnico, tuttavia, ci segnala an-
che un dato confortante: il ritmo di crescita dell’Italia
nell’Indice Desi è uno dei più alti registrati fra il 2013 e
accumulato.
Un lampo cui la nostra ricerca previsionale dà solo
parzialmente credito, poiché il panel ritiene che i tempi
dello sviluppo infrastrutturale saranno in Italia più lun-
ghi di quanto dichiarato negli intenti: la roadmap del
5G sarà più lenta del previsto e la riallocazione delle
frequenze non verrà completata nei tempi annunciati.
I primi tre anni, in particolare, saranno quelli decisivi
dal punto di vista degli investimenti: dovranno essere
utilizzati i 9 miliardi impegnati.
-
campo le competenze e le capacità operative necessa-
rie a realizzare questo programma. Insomma, l’Italia
procederà sulla strada dell’innovazione infrastrutturale
e della digitalizzazione, ma che riesca ad accelerare i
tempi è improbabile.
Il tema del ritmo del cambiamento riguarda le in-
frastrutture, ma a tutti gli effetti anche l’innovazione
organizzativa. Gianni Dominici, nell’articolo scritto
per la seconda parte di questo volume, sottolinea che
gli anni mancanti all’arco di programmazione europea
2014-2020 – quindi quattro anni, al momento in cui
scriviamo – saranno importantissimi anche per l’in-
novazione nella Pubblica Amministrazione, l’ultimo
treno per non perdere il passo del resto dell’Europa. E
18
con le nostre deboli competenze e capacità organizza-
tive, il rischio di fallire è elevato.
Fallimento di mercato
L’espressione “aree a fallimento di mercato” merite-
rebbe di per sé un trattato di economia politica, o almeno
un ciclo mandatorio di lezioni di recupero per un nutrito
gruppo di economisti, nazionali e non. Il fatto stesso che
in molte di quelle aree – in contesti più pudichi denomi-
nate “aree bianche” – sia collocata una parte, cospicua
e redditizia per il Paese, del nostro tessuto di piccole e
medie imprese, testimonia una contraddizione clamo-
rosa fra ciò che normalmente si dichiara a proposito di
quali siano le forze propulsive dello sviluppo economico
e i comportamenti concreti che si è costretti ad adottare
per ottenere lo sviluppo stesso.
Lo scenario “Tlc 2025” ci segnala un ulteriore ri-
schio di fallimento: quello degli investimenti pubblici,
che nei prossimi anni andranno a supplire all’assenza
di offerta infrastrutturale privata nelle aree a fallimen-
to di mercato. Il rapporto previsionale, infatti, pone in
pubblico dipenderà in primo luogo dalla disponibilità
dare servizio al pubblico e a farsi carico dei costi degli
secondo luogo, dal ritmo con cui al potenziamento farà
seguito un aumento e uno sviluppo qualitativo dell’of-
ferta di servizi delle imprese attraverso la rete.
19
È quindi necessario che il rafforzamento infrastrut-
turale si accompagni a un’evoluzione culturale del si-
stema economico. Un esito, com’è facile comprendere,
non scontato. Il rapporto, in tal senso, sottolinea che
convergenza di interessi che favorirà il rafforzamento
delle soluzioni di economia mista.
Amore e odio
Il rapporto delle Telecomunicazioni europee e na-
zionali con gli Over The Top
Ott al loro apparire erano considerati molto utili perché
facevano da propellente all’espansione del mercato e
-
vi per gli operatori. Poi, i più grandi e i più inventivi
fra gli Ott hanno iniziato a offrire servizi alternativi e
contenuti, cioè a “mangiarsi” una parte rilevante del
business attuale delle Telco, ma anche di quello poten-
ziale, in cui avrebbero potuto trovare spazi di crescita
molto interessanti.
Inoltre, grazie alla natura assai atipica e innovati-
va del loro business, questi grandi player globali sono
-
cali, spostandoli in paesi in cui la tassazione dei redditi
da capitale è più favorevole. In tal modo, le condizioni
competitive risultano particolarmente sfavorevoli per gli
operatori, che invece pagano le tasse localmente. Oltre
parte degli Ott si realizza anche sul piano del rispetto
20
delle regole sull’uso dei dati. Il business delle Telco, più
vecchio e quindi nato in un contesto di maggior regola-
mentazione, soggiace alle regole molto rigorose che l’U-
nione Europea si è data, mentre quello degli Ott riesce
a sfuggirne, generandone una voce di ricavi importan-
tissima e di crescente dimensione, quella dei Big Data.
L’Ue e gli Stati che la compongono si stanno po-
nendo il problema di regolamentare, tassare e porre in
-
sione che scaturisce dalla nostra ricerca non lascia mol-
to spazio all’ottimismo sui risultati di questa crescente
attenzione dei regolatori.
È infatti prevedibile che i grandi Ott proseguiranno
lo spostamento dall’offerta generalizzata o di nicchia,
verso un ruolo più specializzato e aderente alle realtà
-
strutture). Aumenteranno il proprio peso nell’adverti-
sing
-
ticolare), guadagneranno spazio nei servizi di comuni-
sulle capacità innovative basate su tecnologie cognitive
e Big Data, come la traduzione istantanea multilingua),
ma avranno un peso decisivo anche nei servizi cloud
effettiva possibilità di sottrarre ancora business agli
operatori è possibile avere dubbi, o immaginare varian-
Capuano nel suo contributo a questo volume, ma la
previsione di un ulteriore aumento di peso degli Ott è
comunque un’indicazione forte con cui confrontarsi.
21
Gli Ott saranno in Italia indispensabili per lo
sviluppo economico, ma avranno effetti negativi in
termini di mancato sfruttamento economico a livel-
lo nazionale dei Big Data, da loro acquisiti in cam-
bio dei servizi offerti. Dunque, nonostante la presa di
coscienza a livello governativo dei problemi generati
dalla posizione degli Ott rispetto agli operatori telefo-
nici abilitati, sarà impossibile che nei prossimi anni il
da consentire un intervento legislativo teso a ridurre
questa asimmetria. Questa, quindi, pur essendo lesiva
degli interessi nazionali, rimarrà largamente accettata
e gratuito alle cosiddette reti “social”.
La gestione della crescente mole e varietà di dati
personali generati dalla vita in rete, e quindi delle iden-
tità digitali con cui le persone fruiscono di servizi, in-
teragiscono fra loro e partecipano alla vita pubblica
del proprio luogo di vita, diverrà nei prossimi anni
una questione di crescente importanza. Nonostante
le iniziative europee e nazionali, la situazione resterà
da qui al 2025 squilibrata a favore degli attori econo-
mici transnazionali. In Italia, secondo il nostro panel
di esperti, si sentirà in tal senso la mancanza di un
terzo livello. Se tale sistema venisse a crearsi, gli Ott di
oltreoceano verrebbero spinti a federarsi a loro volta,
riportando in Italia parte della catena del valore legata
all’identità degli utenti.
È possibile che un superamento del problema possa
venire, anziché da una regolazione più stringente da
22
nazionale), dalla diffusione di soluzioni tecnologiche
che consentano una ripresa di controllo delle perso-
ne sulla gestione dei propri dati. I dati stessi sono un
valore, senza dubbio, tanto per l’economia quanto per
la gestione della cosa pubblica, ma è necessario che
ognuno di noi recuperi la possibilità di decidere quali
amministrazioni) e quali no. Senza ostacolare la logica
dell’openness
senza offrire deleghe cieche a operatori non soggetti a
leggi e controlli da noi condivisi. È una logica di “com-
mons”, cui Andrea Casalegno e Gianni Dominici, nella
seconda parte del volume, fanno riferimento e che il
rapporto previsionale ritiene farà rilevanti passi avanti,
in vista del 2025.
Incerti o aperti?
L’Italia, come ho sottolineato poco più su, avrà il
passo di un follower. Lo sarà in primo luogo in termini
hard, cioè sul già citato ritmo dello sviluppo infrastrut-
turale, ma anche all’interno del processo di ridisegno
e consolidamento che investirà le Telecomunicazioni
che avverrà in Europa nei prossimi anni. Sia pure con
un cammino incerto, in parte anche perché ostacolato
dalle autorità continentali, nel 2025 si sarà realizzato
un forte consolidamento fra gli operatori tradizionali,
che avrà prodotto alcuni attori di dimensioni adeguate
alla scala mondiale; in Europa, dunque, vi saranno al
23
massimo quattro operatori. In tale processo, sottolinea
il rapporto, le realtà italiane avranno ruoli subalterni.
-
che in quel processo più soft che sarà la trasformazione
digitale. Un processo che parte dalle tecnologie ma trova
il suo cuore nella riorganizzazione dei modi di lavorare,
nello sviluppo di competenze nuove, nell’adozione di
modelli culturali adeguati a un contesto economico mol-
-
divisione delle informazioni, la collaborazione estromet-
tono progressivamente i modelli a compartimenti stagni,
rigidi, iper-competitivi, basati sulla detenzione delle in-
formazioni più che sulla loro circolazione. L’itinerario
della trasformazione digitale del nostro Paese, segnala
il rapporto previsionale, verrà in ampia misura tracciato
su mappe già da altri disegnate.
Per uscire dalla condizione di ritardo persistente,
d’altronde, servirebbe una capacità di guida del proces-
so trasformativo di cui il Paese non disporrà: in Italia
resterà debole ed incerta la governance della trasfor-
mazione digitale, ancora negli anni che ci aspettano
da qui al 2025. Dubbi in merito alla qualità della go-
vernance, d’altronde, è possibile sollevarne anche su
scala più ampia, in merito all’Europa: sono quelli che,
in questo libro, solleva Gian Paolo Balboni, nel suo
contributo sullo scenario competitivo.
Sulla qualità della governance non mancano comun-
que nel rapporto anche indicazioni più ottimistiche. È
infatti ritenuto probabile che nei prossimi anni le scelte
di regolazione e di promozione dello sviluppo divengano
24
frutto di processi decisionali più aperti e partecipativi,
multistakeholder”
in cui la voce dei soggetti privati abbia un ascolto più
sistematico e, soprattutto, si abbandonino i modelli di
-
bontà dei risultati e alla capacità di ridisegnare le azioni
concrete. Su un orizzonte di lungo termine, in effetti, si
può immaginare che migliori nel nostro Paese anche la
è necessario affrontare uno dei temi più interessanti pro-
posti dallo scenario “Tlc 2025”: il cambiamento digitale
in ambito pubblico.
Data Driven Administration
-
la Pubblica Amministrazione italiana: uno scenario in
cui le relazioni fra imprese e P.A. saranno digitalizzate
in maniera pressoché totale. Inoltre, attori pubblici e
-
re servizi basati su piattaforme comuni. Ciò riguarderà,
ad esempio, i servizi di trasporto a rete, che potranno
essere offerti da soggetti di varia natura, lasciando
all’utente la scelta di quali fruire; analogamente, vi sarà
collaborazione pubblico-privato sui servizi relativi alla
mobilità self-driving.
life-event,
richiederà però che le informazioni circolino secondo
25
criteri oggi praticati solo in alcuni contesti: secondo una
logica di condivisione che spesso le organizzazioni sono
riottose ad accettare, tanto sul lato pubblico quanto su
quello privato. Dominici sottolinea con forza questo
aspetto: la Pubblica Amministrazione si sta attrezzan-
do in maniera ormai diffusa, anche se non sempre così
Il problema più rilevante è quello sul versante dei
soggetti privati, che si avvalgono dei dati messi a di-
sposizione dal pubblico ma non sono propensi a resti-
tuirli. Il nostro scenario, però, è su questo punto molto
chiaro: il tema dell’Open Data si estenderà nei prossimi
anni dalla P.A. ai soggetti privati. Ciò riguarderà sia
i servizi erogati in concessione pubblica dai soggetti
sia i servizi di interesse pubblico erogati da privati,
come quelli sanitari. Secondo Dominici, una condivi-
sione più allargata dei dati – ovviamente, sempre nel
rispetto dei requisiti di privacy – potrà investire settori
anche molto diversi: i dati sul consumo di cultura e
sulle letture sarebbero utili per formulare le politiche
culturali, così come quelli sui veicoli potrebbero aiu-
tare la prevenzione degli incidenti e degli infortuni e
quindi ridurre i relativi costi, sociali ed economici; e
ancora i dati derivanti dalla diffusione della domotica
alla rete) potrebbero essere utili sia ai privati, per la
razionalizzazione della manutenzione, sia alle ammi-
All’ordine del giorno c’è dunque una Pubblica
Amministrazione capace di usare le informazioni, sia
26
proprie, sia di provenienza esterna per la presa di de-
cisioni. Naturalmente, in questa prospettiva di Data
Driven Administration c’è da considerare, come sugge-
risce ancora Dominici, la distinzione fra il livello della
governance
senso stretto). La previsione di Tlc 2025 è che la P.A.
italiana farà passi rilevanti in direzione di un model-
lo Data Driven, anche se, in questo percorso risentirà
della carenza di competenze interne, cui dovrà porre
assenti. La sanità sarà su questo terreno un settore gui-
da, con una progressiva estensione delle esperienze già
esistenti di collaborazione fra organi amministrativi e
altri soggetti, inclusi quelli capaci di fornire capaci-
tà relative alla Data Science
privati che, gestendo strumenti intelligenti e connessi,
raccoglieranno enormi quantità di dati, utili al moni-
toraggio epidemiologico.
Innovazione fatta in casa
innovazione che ha forti intrecci sia con le vicende di
le nostre aziende come attori di punta), sia con la pos-
sibilità di diffusione dell’Industria 4.0. I tempi del po-
tenziamento infrastrutturale, e soprattutto l’equilibrio
27
territoriale con cui esso si realizzerà, possono contribu-
ire a rilanciare la manifattura nazionale e confermare
Il rapporto previsionale tratteggia in primo luogo
i driver dell’innovazione sul versante della domotica,
vale a dire dell’IoT domestica, che verrà abilitata da
una riduzione del costo dei sensori, degli attuatori e dei
controller. Tale espansione verrà favorita da vari ele-
menti, a partire dalla gratuità con cui verranno spesso
rilevati da sensori e dispositivi di controllo). Va inoltre
considerato che l’accelerazione verrà favorita dalla for-
te diffusione degli smartphone, che rappresenteranno
il veicolo per l’adozione rapida delle applicazioni di
questo comparto. Gli italiani, in generale amanti dei
gadget tecnologici, apprezzeranno assai il fatto di avere
nuove buone ragioni pratiche per utilizzarli.
-
to interesse in Italia, in relazione alla crescente quota
di persone anziane presenti nel Paese, sarà quello sa-
nitario. L’impatto dell’innovazione nelle telecomunica-
zioni sulla salute delle persone più anziane sarà molto
rilevante, poiché esse potranno avvalersi di un moni-
toraggio continuo delle condizioni di salute presso il
proprio domicilio. D’altronde la stessa digitalizzazione
delle relazioni organizzative con il sistema sanitario
-
po in spostamenti e code agli sportelli.
Tuttavia, non vanno sottovalutati i possibili incon-
venienti che tali innovazioni potranno implicare. Lo
scenario ne individua soprattutto due:
28
– da un lato, andrà considerato che il contraltare della
-
stituito dalla cessione dei Big Data generati dall’end
point
relative alla privacy andranno quindi gestite con
attenzione, poiché rischieranno di complicare la
diffusione delle tecnologie domotiche;
– dall’altro, andrà tenuto presente che il decollo del
mercato digitale, in un paese come l’Italia, risul-
terà faticoso e abbastanza differenziato da settore
a settore; in particolare, sarà veloce e diffuso nei
casi in cui la richiesta di capacità sarà limitata e la
fruizione abbastanza passiva, mentre resterà a lun-
go più lento laddove richieda il possesso o l’attiva
acquisizione di nuove capacità di interagire con gli
strumenti e i soggetti dell’offerta digitale.
Un problema più generale dell’IoT – che in ambi-
to domestico risulterà particolarmente delicato – sarà
quello della sicurezza. Il rapporto segnala che nel no-
stro Paese mancheranno standard di sicurezza e sistemi
-
cole dimensioni: tutto dipenderà dal singolo o dalle ca-
pacità e competenze del service provider. L’esplosione
nel numero dei dispositivi connessi creerà problemi di
sicurezza crescenti, con implicazioni sia tecnologiche,
sia normative. Secondo il panel di esperti, nei prossimi
anni il quadro delle regole sarà inadeguato a facilitare
la diffusione dell’IoT, poiché non riuscirà a garantire
ai servizi associati all’IoT stesso parametri certi in ter-
mini di latenza di disponibilità di banda e di sicurezza.
29
Attriti organizzativi
Il problema della sicurezza informatica, comun-
que, non sarà certo solo italiano: l’utilizzo sempre più
diffuso di soluzioni cloud per il mondo business avrà
l’effetto di far focalizzare gli attacchi sull’anello debole
della catena: il dipendente. Qualsiasi contromisura tec-
nologica resterà anche nel prossimo futuro impotente
di fronte alla scarsa consapevolezza, all’ingenuità e agli
errori umani. Sul terreno della sicurezza, quindi, come
su numerose altre tematiche legate alla trasformazione
digitale, i maggiori problemi non verranno certo dagli
la mentalità. E qui torniamo a parlare di Italia, poiché
lo scenario segnala che gli attriti alla digitalizzazione
delle imprese e dell’economia saranno nel nostro caso
piuttosto pronunciati, provocando, anche da questo
punto di vista, un ritardo nel ritmo del cambiamento.
sarà comune a tutti i paesi, ma essa verrà affrontata
in forme che dipenderanno largamente dalle differenze
nazionali e dai diversi settori economici di applicazione.
per rilanciare l’economia italiana: la questione decisiva
sarà la capacità del tessuto imprenditoriale nazionale –
composto di piccole imprese spesso molto arretrate dal
punto di vista organizzativo e della valorizzazione delle
nuove tecnologie – di cogliere l’occasione del salto di
qualità infrastrutturale per realizzarne uno analogo dal
punto di vista dei modelli organizzativi e di business.
Anche per le imprese più grandi ed esposte alla
30
concorrenza, comunque, la trasformazione digitale sarà
tutt’altro che semplice, poiché metterà in discussione
prassi organizzative e disegno dei processi consolida-
trattenere l’informazione anziché diffonderla). Ancora
a lungo, dunque, si assisterà a disfunzioni e irraziona-
lità organizzative di vario genere. Sarà necessario far
capire alle imprese italiane che i vantaggi delle innova-
zioni, più che sul lato dei costi, della razionalizzazione
-
Paradossalmente, quel modello di Data Driven
Decision che abbiamo visto essere all’ordine del giorno
-
si in ampie porzioni del nostro sistema delle imprese.
Nonostante le crescenti potenzialità informative di-
sponibili per le imprese, lo scenario più probabile è
che una gran parte degli operatori privati italiani resti
ancora per alcuni anni molto indietro rispetto ai propri
dirimpettai nel mondo sviluppato.
Attriti culturali
-
dato nel prossimo futuro dalla trasformazione digitale.
Il rapporto Tlc 2025 pone in luce soprattutto due ele-
menti che nel prossimo futuro dovranno essere messi
al centro dell’attenzione.
31
Innanzitutto, la digitalizzazione implica uno spo-
stamento verso un’economia basata sull’innovazione
ricorrente. Il ritmo dell’ideazione e della diffusione di
nuovi prodotti e servizi si fa via via più incalzante, in
-
zioni circolano a livello globale. Su questo versante noi
avremo al tempo stesso un’opportunità e un problema
capace di produrre un “materiale umano” tra i migliori
del mondo, ma con un ambiente per la creazione, cura
e sviluppo degli start up tra i peggiori al mondo. In
assenza di un adeguato ecosistema di venture capital,
saranno sempre più importanti le iniziative a supporto
-
ri, etc.). Diversamente, correremo il rischio di produrre
all’estero delle persone o l’acquisizione delle migliori
startup da parte di gruppi esteri), assumendone così i
costi senza goderne i vantaggi.
La seconda questione culturale nazionale è quella
dell’economia sommersa, un bubbone infetto la cui
apertura chirurgica e cura sono state costantemente
rimandate ma che, con il progresso dell’economia di-
gitale, non potrà più essere lasciato in secondo piano.
È infatti molto chiaro che numerosi fra i principali
identità digitale, condivisione dei processi, e-payment,
openness, etc.), per quell’ampia quota degli operatori
economici italiani che operano, del tutto o in parte,
nell’area dell’economia sommersa rappresenteranno
inconvenienti da evitare. Quanto più forte sarà la re-
32
sistenza di questa parte dell’economia, tanto più lenta
procederà la digitalizzazione. Alcune avvisaglie del
tradizionale del nostro Paese e la forza lacerante dei
nuovi modelli di business si sono già avute, in partico-
lare nel comparto del trasporto urbano delle persone;
ma la diffusione del problema si sta già manifestando
nell’ambito dell’ospitalità turistica e della ristorazio-
ne. Trascurare la questione potrebbe rappresentare nei
prossimi anni per l’Italia un errore esiziale.
L’eccezione progettuale
Al quadro non particolarmente esaltante che lo sce-
nario traccia circa la capacità di trasformazione digitale
del nostro sistema delle imprese fa eccezione l’affresco
“’Industria 4.0”.
Il primo, eclatante motivo di eccezionalità sta nel
fatto che su questo terreno l’Italia avrà una capacità
progettuale pubblica, una di quelle “politiche industria-
li” tanto presenti nel dibattito pubblico degli ultimi de-
cenni quanto assenti nella pratica.
Il secondo aspetto rimarchevole è che tale visione,
già oggi oggetto di esplicito apprezzamento dal versan-
te delle imprese, rappresenterà una spinta propulsiva
per l’innovazione, soprattutto sul terreno sul versante
nella trasformazione. Le Pmi, in effetti, rappresente-
33
Le grandi industrie italiane si doteranno di soluzioni
e metodologie di Industria 4.0, acquisendo le offerte
dei grandi vendor mondiali, mentre le Pmi avranno
-
mento, per ragioni in parte culturali, in parte economi-
che. È prevedibile che nel 2025 le Pmi che adotteranno
nostra popolazione di imprese.
Eppure, come enfatizza Ezio Zerbini nel suo contri-
buto, questa trasformazione porterebbe alle Pmi stesse
-
terizzata da un sistematico ricorso alla formazione e
del lavoro, per la sicurezza del lavoro, per il comples-
sivo sviluppo formativo che tale modello presuppone.
La parte più dinamica del parco Pmi, inoltre, userà il
passaggio al modello 4.0 per inserirsi a pieno titolo
I settori più avanzati in tal senso saranno il design, la
moda, il lusso, la mobilia, ma anche la meccatronica
e l’aerospaziale.
La questione più delicata è che le Pmi saranno prive
delle risorse e delle competenze necessarie ad assume-
re la guida e gestione del processo e avranno dunque la
-
ancora Zerbini, implicherà la cessione di valore, oltre
34
L’asset nella manica
Un altro aspetto per il quale lo scenario italiano
presenta ottime prospettive è relativo al mercato dei
contenuti media. Si tratta, va detto prima di ogni altra
cosa, di un mercato che sta già andando bene. I dati di
Assinform-Netconsulting testimoniano di una crescita
-
chi anche superiori negli ultimi due. Sul complesso del
di cinque anni prima.
Figura 3 – Il Global Digital Market in Italia fra il 2010 e il 2015
Il mercato dei contenuti, tuttavia, presenta nel no-
stro Paese una forte peculiarità, a causa dell’intreccio
perverso fra comunicazione e politica che ha caratte-
-
simo decennio è dunque quella della “convergenza”
35
verso un modello più europeo, con più opportunità e
minori barriere all’ingresso. Inoltre, si tratta di cogliere
l’occasione della trasformazione in corso, che vede una
marcata perdita di nitidezza delle distinzioni tradizio-
nali fra tipologie di player, aprendo la strada a forti
riassetti strutturali.
Anche se una quota decisiva del mercato italiano
dei contenuti è basato sull’importazione, per i prossimi
la componente endogena acquisirà un peso crescente.
In primo luogo, infatti, va considerato che molti fat-
tori congiureranno a favore di una caduta delle barriere
segmento di mercato. Da un lato, si diffonderanno i
sistemi di traduzione automatica che faciliteranno
sia la circolazione dei contenuti prodotti nel nostro
Paese, sia l’ingresso di contenuti dall’estero e quindi la
“contaminazione” e lo stimolo alla nostra produzione.
Dall’altro, si rafforzerà la tendenza alla crescita degli
user generated content, fenomeno certo non nuovo ma
che acquisirà via via più forza con la diffusione dei
nuovi device. Questi, infatti, rendono ancora più sem-
plice l’autoproduzione, soprattutto da parte delle fasce
giovanili, che produrranno contenuti destinati in pri-
mo luogo ai propri coetanei. Lo scenario previsionale,
comunque, sottolinea che gli user generated content
verranno sempre più valorizzati anche dagli Ott, che
avranno interesse per i contenuti prodotti in Italia.
D’altronde, un’altra indicazione forte del rapporto
attiene alla sfera del marketing dei contenuti di qualità
che l’Italia sarà in grado di offrire nel mercato inter-
36
nazionale da qui al 2025. Secondo gli esperti, infat-
ti, le organizzazioni del settore storico, archeologico
e museale, ad esempio, coglieranno da qui al 2025 le
grandi potenzialità offerte dall’innovazione digitale,
sviluppando servizi digitali avanzati in grado di rag-
giungere target mondiali. Le stesse istituzioni culturali
pubbliche potranno diventare player rilevanti del mer-
cato dei contenuti, grazie ai loro enormi asset. Anche
il settore turistico sarà in grado nei prossimi anni di far
evolvere la propria offerta in chiave di digitalizzazione
e innovazione dell’offerta.
Sulla domanda di contenuti prodotti in Italia si con-
sumerà nei prossimi anni un paradosso. La previsione,
infatti, è che l’Italia, in funzione del grado di scolariz-
zazione più basso della media europea e della debole
propensione alla lettura e al consumo di cultura, avrà
un mercato digitale dei contenuti culturali relativamen-
te debole e più lento nel crescere. Tuttavia, grazie allo
sviluppo digitale, questo comparto avrà l’opportunità
di esportare prodotti per l’intrattenimento e per la cul-
tura verso i paesi in cui vi sono comunità di origini
italiane, come l’America Latina, gli Usa e l’Australia.
Nei prossimi anni, comunque, il mercato dei conte-
nuti sarà sottoposto in generale a una forte dinamicità,
frutto di spinte contraddittorie: assieme all’autoprodu-
zione, si assisterà a una marcata penetrazione nei mer-
cati nazionali da parte dei grandi player internazionali,
tensione fra le potenzialità decentratrici di Internet e
la tendenza dei player più forti a concentrare, a raffor-
zare la tutela del copyright. Anche il mercato italiano
37
si troverà in una situazione di cambiamento ricorrente,
con il rafforzamento dei grandi marchi e con la nascita
al tempo stesso di nuovi player nazionali.
Non va sottovalutato il fatto che l’appetibilità eco-
nomica del comparto stimolerà dinamiche di natura
-
teranno la produzione di contenuti digitali a trovare
-
mente un osservatore attento come Luca De Biase a
sono moltiplicazioni2
e alcune aggregazioni rischiano
di essere prive di vantaggi, tanto per i clienti, quanto
per l’assetto complessivo del mercato digitale.
Dal possesso all’accesso
Un’altra riflessione interessante che il rapporto
previsionale stimola riguarda i clienti del digitale. I
consumatori italiani sono stati leader globali nella dif-
fusione delle prime ondate di device mobili. Rispetto
ai consumatori europei, però, gli italiani usano poco
Internet e utilizzano poche connessioni in banda larga:
eccellono quindi in termini di “possesso” dei device,
ma non di “accesso” alle reti. Chiedersi come evolve-
ranno i loro comportamenti da qui al 2025 era quindi
una domanda strategica.
La situazione di partenza è, in termini quantitativi,
decisamente vistosa. Una forte distanza fra l’offerta
2. http://blog.debiase.com/2016/12/14/mediaset-telecom-italia-vi-
vendi-le-somme-non-sono-moltiplicazioni/
38
fruizione da parte delle famiglie non è certo un dato
inconsueto in Europa, come mostra un recente studio
3
seguente, però, in Italia il confronto fra copertura e
utilizzo è impietoso: non solo abbiamo la copertura mi-
nore di tutta Europa, eccezion fatta per la Grecia, ma
anche una quota di utilizzo effettivo ridotta ai minimi
termini, anche qui in compagnia della Grecia.
Figura 4 – Percentuale di abitazioni coperte e che utilizza-
L’idea dominante nel panel è risultata quella per
-
sesso, scarso accesso) resterà sostanzialmente presen-
te anche nei prossimi anni. I consumatori italiani si
confermeranno propensi al possesso di gadget, cosic-
ché la vendita di device nel nostro Paese rimarrà nei
39
rimarranno anche relativamente “pigri” nell’accesso ai
nuovi servizi. Il decollo dei servizi digitali sarà nel no-
stro Paese più lento che altrove, in parte per ragioni di
sensibilmente più bassa che in molti altri contesti), in
in un contesto economico nazionale che resterà molto
debole e incerto.
Sugli atteggiamenti degli italiani verso il digitale e
i nuovi servizi che esso abilita, tuttavia, sono presen-
ti nel gruppo degli esperti anche visioni divergenti. È
il caso di Panunzi Capuano, il quale ritiene che non
debba essere sopravvalutata la staticità delle abitudini
degli italiani. Se è vero che un ragionamento dal lato
della domanda induce alla prudenza nella previsione,
passando a esaminare la questione dal lato dell’offer-
ta, le tendenze di consumo digitale possono assumere
un’altra luce. La questione centrale, a suo avviso, è che
i servizi oggi messi a disposizione, in generale, non
soddisfano bisogni particolarmente rilevanti. Perché
possa crescere, è necessario che venga superato questo
ostacolo, mettendo a disposizione del mercato servizi
di maggior valore, relativi ad ambiti quali la sicurezza,
la salute, il risparmio economico: più legati quindi alle
esigenze primarie della popolazione.
40
La trasformazione digitale, come abbiamo detto in
apertura, è un processo che in larga misura tenderà ad
assumere forme omogenee a livello globale. Le con-
seguenze del cambiamento, però, verranno declinate
in forma peculiare nei diversi paesi. Per l’Italia, come
abbiamo visto, vi saranno numerosi elementi di spe-
-
conomia:
dello sviluppo digitale, con il rischio di creare un
divario incolmabile con gli altri paesi europei;
– inoltre, si creerà una pressione crescente verso mo-
delli di policy e di governance che coinvolgano in
forma collaborativa i soggetti pubblici e quelli pri-
quanto per integrare i sistemi informativi e offrire
alternative di servizio alla popolazione;
– un’altra questione centrale sarà il mutamento dei
modelli organizzativi, della cultura economica e
delle competenze, nell’ambito sia della grande che
della piccola e media impresa;
– l’adozione dei modelli di Industria 4.0 rappresen-
terà un capitolo particolarmente delicato, poiché
implicherà un forte impegno per lo sviluppo di una
più dinamica e competitiva della nostre Pmi sotto
il controllo di gruppi internazionali;
– la digitalizzazione rappresenterà una grande oc-
casione di cambiamento della nostra Pubblica
41
Amministrazione e del rapporto di questa con il
cittadino;
-
dante” per le imprese, per certi versi particolarmen-
di sharing delle informazioni, cui invece la P.A.
aderirà in misura sostanziale e crescente);
– la cultura sottesa al nostro sistema economico sarà
il sistema stesso al sostegno dell’innovazione e di
curare la piaga dell’economia sommersa, incompa-
tibile con un sano sviluppo dell’economia digitale;
– ancora, l’Internet of Things avrà valenze strategi-
che per il nostro Paese, da un lato in termini di va-
lorizzazione di alcune eccellenze del nostro sistema
produttivo, dall’altro come strumento di risposta a
-
chiamento della popolazione);
-
e alla sicurezza delle informazioni personali da un
lato, dall’altro i limiti di competenze cognitive che
rallenteranno alcune tipologie di innovazione);
– con lo sviluppo della comunicazione digitale, come
abbiamo detto, si apriranno grandi opportunità per
il mercato italiano dei contenuti, sia in termini di
innovazione interna, sia in vista dell’esportazione;
-
zione della relazione fra domanda e offerta di servizi
digitali, poiché senza tale evoluzione vi sarà un forte
rischio di ristagno del mercato di codesti servizi.
42
Come detto in partenza, il menù dell’innovazione
digitale all’italiana è ricco e variegato. Se vogliamo
sederci alla tavola della trasformazione digitale con i
nostri commensali internazionali, dovremmo mettere
la massima cura nella preparazione di ogni piatto, in
maniera che abbiano tutti il sapore del cambiamento.
LO SCENARIO PREVISIONALE
a cura di Stefano Palumbo
45
1. LE TENDENZE
DELLA TECNOLOGIA
LO SVILUPPO INFRASTRUTTURALE
Tecnologie onnipresenti4
Gli anni che ci separano dal 2025 saranno scanditi
da una crescita pervasiva della comunicazione mobile.
L’esplosione delle Telecomunicazioni, peraltro, giun-
gerà a maturazione anche prima del termine su cui è
centrata questa ricerca. La tecnologia mobile più avan-
zata sarà infatti onnipresente nel mondo entro il 2020:
cosicché, nello stesso anno, vi saranno 9 miliardi di
dati mobile sarà generato da smartphone.
Per il 2025, poi, le sottoscrizioni legate a uno smar-
e Africa.
strea-
ming e dalla sempre maggiore prevalenza di video nei
contenuti online.
4. I dati proiettivi riportati nel paragrafo, tratti da Ericsson Mobility
Report 2015, sono stati discussi e condivisi dal panel, che ne ha
invece scartati altri, di quella come altre fonti.
46
la crescita dell’offerta infrastrutturale sarà anch’essa
molto accelerata. Le reti consentiranno nel 2025 un
oggi. I tempi di questo sviluppo in Italia saranno più
lenti di quanto dichiarato negli intenti: la roadmap del
5G sarà più lenta del previsto e la riallocazione delle
frequenze non verrà completata nei tempi annunciati.
A prescindere dai ritardi, nel 2025 il 5G rappre-
senterà comunque il nuovo standard di tecnologie di
accesso radio, permettendo di combinare le tecnolo-
gie precedenti in un’unica soluzione. Le soluzioni in
tecnologia 5G troveranno applicazione anche in logica
wireless local loop per servire il mondo residenziale.
Con le reti in versione 5G, come è oggi per il 4G,
il confronto tra Europa e Usa mostrerà una velocità
maggiore nel nostro continente.
Soddisfazione totale
Le reti di accesso, sulla spinta della crescente of-
continueranno ad avere un’evoluzione velocissima. Nel
2025 le dorsali e le reti di accesso saranno prevalen-
-
abbastanza capillare da poter soddisfare totalmente le
esigenze di business.
47
La rete diventerà sempre più un insieme di oppor-
tunità di connessione wireless/wired gestite in maniera
seamless
Oggetti, contenuti, esperienze
Lo sviluppo, o l’adattamento, delle infrastrutture
copertura a banda larga su tutto il territorio nazionale,
d’altronde, sarà indispensabile per ottenere una vera
pervasività dell’IoT e delle tecnologie di “realtà mista”
Il consumo di banda verrà fortemente accresciuto
anche da:
– l’aumento della produzione e circolazione dei con-
tenuti;
vir-
tual reality).
Il settore a più alta richiesta di banda sarà l’indu-
stria dell’intrattenimento.
Il fattore abilitante della trasformazione digitale
sarà l’architettura di tipo
48
-
ma operativo e dallo strato di core.
Nei prossimi 9 anni si verificherà un consolida-
):
– che di rete di accesso.
Sul lato delle reti short range IoT il 5G troverà dif-
-
ché questi saranno già stati appannaggio di soluzioni
Dopo lo sforzo di evoluzione della rete verso la-
modalità 5G, la standardizzazione si focalizzerà sui
temi di interlavoro e interoperabilità per le soluzioni
sw-only. Le architetture di rete degli operatori nel 2025
saranno in gran parte realizzate con soluzioni Nfv
Network Functions Virtualization) che permetteranno
standard. Alcune di queste funzioni saranno basate su
software Open Source.
Nell’ambito della gestione delle reti diventerà cen-
trale il modello del Cloud Radio Access Network e
della virtualizzazione delle celle.
Si diffonderà una nuova generazione di protocolli
per la distribuzione dei media digitali, adeguata sia alle
49
reti wired che a quelle wireless.
Nei prossimi anni si svilupperanno anche standard
vi saranno nel 2025 in campo 3-4 tecnologie diverse, la
cui interoperabilità sarà assicurata, anziché tramite gli
standard, a livello di gateway di interlavoro.
Capacità residenti e remote
La tecnologia radio più usata nei device sarà quella
-
mento, oltre che dei più comuni apparati per le comu-
elettrodomestici, ebook, TV, etc.
I device di accesso in alcuni casi saranno compo-
nenti cooperative delle reti, mettendo a disposizione del
sistema capacità elaborativa e memoria temporanea,
mentre in altri casi saranno meri utilizzatori di capacità
remote, fornite dalla piattaforma di rete in modalità
virtuale.
Il device d’accesso sarà sempre gestito da una
connessione di tipo Ip e avrà nel proprio software la
possibilità di scaricare embedded app
vari servizi che saranno fruiti dall’utente. Il device di
accesso ospiterà applicazioni la cui fruibilità, da parte
-
PC, display televisivi, sistemi di altoparlanti, etc.).
50
Ottimizzati e customizzati
I terminali passeranno da capacità di banda demo-
-
mentare la user experience e l’ottimizzazione delle ri-
sorse, d’altronde, i terminali stessi diventeranno, come
detto, componenti della rete. La comunicazione bene-
di terminali general purpose customizzabili. Nel breve
termine, tuttavia si continuerà a regredire verso “silos”
verticali proprietari, almeno in alcuni campi.
L’utente disporrà di terminali molto customizzati
dal punto di vista software, sia come apps/clients, sia
come “execution environment” telecaricati dai forni-
tori di servizio o dall’utente stesso al momento della
sottoscrizione.
Macchine complesse, oggetti elementari
dei terminali, il grosso delle innovazioni verranno dal-
la interconnessione dei dispositivi e dalla capacità di
formare macchine complesse collegando oggetti ele-
mentari. La possibilità di connessione istantanea tra
dispositivi permetterà di creare servizi in maniera sia
autonoma che assistita, locale o remota.
La rete ad hoc fornita dalla connessione diretta di
veicoli automobilistici in circolazione sul territorio sarà
-
51
LA SICUREZZA
Minaccia e opportunità
La sicurezza della rete e dei dati sarà percepita da-
fattore differenziante nella scelta di un operatore.
Dal punto di vista degli operatori la questione della
sicurezza rappresenterà una minaccia, ma anche un’op-
bundle in cui un servizio viene erogato con un livello
di sicurezza garantito.
La digitalizzazione spinta di tutti gli ambiti della
vita, investendo sempre più i punti vitali dell’esistenza
e della tenuta sistemica di un paese, farà aumentare ine-
vitabilmente sia il rischio, sia lo sviluppo delle naturali
contromisure. Sarà impossibile, d’altronde, per i sistemi
informatici diventare sistemi intrinsecamente sicuri.
-
rezza, richiederà quindi modelli diversi, meno statici
di quelli oggi prevalenti.
52
L’utilizzo pervasivo di soluzioni applicative cloud
per il mondo business avrà l’effetto di far focalizzare
gli attacchi sull’anello debole della catena: il dipenden-
te. Le numerose contromisure tecnologiche ai pericoli
-
tralizzati, dalle procedure di Ips-Ids basate sull’analisi
assessment periodici delle procedu-
re di sicurezza implementate all’interno di una unità
dei dispositivi portatili cui viene data la possibilità di
accedere al patrimonio informativo aziendale – reste-
ranno anche nel prossimo futuro impotenti di fronte
alla scarsa consapevolezza, all’ingenuità e agli errori
degli esseri umani.
L’attenzione alla sicurezza sarà peraltro tanto più
forte quanto più avranno valore i servizi di cui si usu-
fruisce tramite la rete: il valore del servizio sarà infatti
il driver principale della crescita della consapevolezza
dell’utente rispetto alla sicurezza.
Competenze ed esperienze
Perché nel parco clienti – in particolare quelli
Business – cresca la consapevolezza dei problemi legati
alla sicurezza di dati personali e informazioni sensibili
sarà decisiva la possibilità di far vivere esperienze con-
53
quanto non riguardanti infrastrutture critiche, ma co-
munque rilevanti per chi li subisce) stimolerà comun-
que ulteriori iniziative di formazione in ambito azien-
anche l’alfabetizzazione del grande pubblico sulle te-
matiche legate alla sicurezza informatica.
Per favorire una diffusione pervasiva della tecno-
logia digitale si punterà sulla cifratura del dato, che
garantirà alla quasi totalità degli utenti una sicurezza
intrinseca delle comunicazioni.
La sicurezza dei dati e delle comunicazioni, tut-
tavia, crescerà in un contesto complessivo derivante
cifratura delle comunicazioni end to end assai differen-
forte, controllata dall’utente per default. Un modello
affordance) al
proprietario del dispositivo su cui è implementata, e
inibirà ad altri l’azione su quel dispositivo. Questo tipo
delle imprese diverse da quelle con cui l’utente ha in
essere contratti, nonché da potenziali attacchi da parte
cracker), ladri e terroristi.
La possibilità di proteggere potenziali bersagli a
livello del singolo dispositivo:
– aumenterà notevolmente il costo dell’attacco;
– ridurrà la possibilità di danneggiare i dispositivi
54
stessi nonché i dati che memorizzano, o i processi
che controllano;
– ogni difesa sarà comunque in gran parte imperfet-
ta, in particolare contro un attacco determinato e
concentrato, ma ogni abuso sarà più contenuto.
Garanzia autoritaria
Si eviterà dunque la diffusione del modello op-
posto: quello che tratta il proprietario del dispositivo
alla stregua del potenziale hacker e permette a una
del copyright, o il datore di lavoro del proprietario del
l’accesso al dispositivo e gli usi. I problemi derivanti
da questo secondo approccio saranno legati alla scar-
l’ordine e per la garanzia dei controlli istituzionali.
La democrazia come eccezione
La possibilità che – in caso di prevalenza del secon-
do modello – gli abusi da parte dei governi o di impre-
se possano essere adeguatamente vincolati da processi
istituzionali e organizzativi sarà infatti molto scarsa e,
al massimo, valida al massimo per le democrazie con
un solido stato di diritto.
Per miliardi di utenti di Internet in paesi con de-
bole o nessuna regola di diritto, la disponibilità di una
55
multinazionali, d’altro canto, tenderanno a utilizzare
l’arbitraggio giurisdizionale per sfuggire alla regola-
mentazione locale.
Gli approcci basati sulla blockchain -
sieme di: un libro mastro che registra tutte le attività; la
-
tuali manomissioni; e la distribuzione dell’archiviazione
con responsabilità reciproca tra gli utenti, tale che la
manomissione di un blocco diventa evidente) forniran-
no uno spazio utile per sviluppare “audit trail
utilizzati per tenere traccia delle operazioni sensibili)
automatizzati, evitando i rischi della centralizzazione.
Soluzioni totalmente distribuite, derivate dagli al-
goritmi della famiglia “blockchain”, forniranno la base
per la realizzazione di:
– soluzioni di sicurezza distribuite;
– nuovi supporti all’identità digitale;
– nuovi meccanismi di gestione delle reti e del Crm.
Il menù della sicurezza
La sicurezza verrà gestita su più livelli e da parte
di soggetti diversi:
– da un lato vi sarà la sicurezza della connessione,
garantita dall’operatore;
56
– dall’altro, l’Over The Top che fornisce il servizio
offrirà a sua volta un sistema di sicurezza collegato
all’applicazione.
Nel contesto domestico i meccanismi di autentica-
zione biometrica costituiranno nel 2025 la base princi-
pale su cui costruire le soluzioni di sicurezza.
Per il mondo business le soluzioni per la sicurezza
saranno soprattutto:
– cloud-based;
– legate a token di identità personale e sicurezza ge-
stiti direttamente dalle aziende.
Il processo di dematerializzazione della Sim sarà
molto diffuso, diventando così uno dei principali fattori
abilitanti dello sviluppo della sicurezza “cloud-centric”.
Il tallone d’Achille
Non vi saranno nel nostro Paese standard di sicu-
di medio-piccole dimensioni: tutto dipenderà dal singo-
lo o dalle capacità e competenze del service provider.
riconosciute e consolidate, manterrà fragile la qualità
di molte applicazioni in termini di sicurezza.
La spada di Damocle
Sulle attività legate più o meno ampiamente alle te-
lecomunicazioni penderà nei prossimi anni la spada di
57
renderà possibile violare in tempo quasi reale le comuni-
cazioni protette con algoritmi di cifratura a chiave pub-
blica, in pratica quasi tutte le comunicazioni protette, a
partire dall’https. Già nei prossimi 5-6 anni cominceran-
quantistiche, in grado di sostituire quelli attualmente in
uso e di essere inviolabili da parte del CQ.
La complessità della generazione delle chiavi quan-
-
done la distribuzione a una rete ottica specializzata.
Questo rappresenterà un nuovo mestiere e una nuova
opportunità di business per il settore Ict. La struttura
di rete per tale attività sarà di tipo cooperativo-oligo-
polistico.
59
2. ASSETTI FINANZIARI
E MODELLI DI BUSINESS
Tempi tecnici e tempi economici
Poiché i tempi del passaggio infrastrutturale dalla
quarta alla quinta generazione saranno – come detto –
lenti, le due generazioni avranno margini rilevanti di
sovrapposizione. Nel periodo considerato, dunque, pro-
seguiranno gli investimenti sulle reti mobili di quarta
generazione e inizieranno quelli sulle reti di quinta
generazione.
Il periodo cruciale per gli investimenti pubblici
italiani nelle reti sarà il breve termine, tre anni in cui
dovranno essere utilizzati i 9 miliardi impegnati. E
va tenuto presente che gli attori coinvolti, pubblici e
competenze e le capacità operative necessarie a realiz-
zare questo programma.
La valorizzazione degli investimenti infrastruttu-
economico) dipenderà dal ritmo con il quale al poten-
ziamento delle reti farà seguito un aumento e uno svi-
luppo qualitativo dell’offerta di servizi delle imprese
italiane veicolata dalle reti stesse. In tal senso, se gli
investimenti resteranno privi di un accompagnamen-
to in termini di sensibilizzazione culturale e di vera
60
e propria formazione manageriale, nel lungo termine
saranno destinati a dimostrarsi poco remunerativi.
Patchwork network
La valutazione degli investimenti in infrastruttura
di accesso, da qui al 2025, terrà conto della necessità di
utilizzare modelli misti, per erogare servizi di accesso
Si assisterà a un crescente sviluppo di soluzioni
basate sul principio della “messa a valore delle risorse
sottoutilizzate”, secondo lo stile della sharing economy.
-
nale, fortissima instabilità politica), proseguiranno gli
Fiber To The Node -
Fiber
To The Building e To The Home).
Cresceranno inoltre gli investimenti in Fixed
Wireless Access, una soluzione che:
– consentirà il completamento della copertura Fttn/
Fttb;
– in alcuni casi, costituirà un’alternativa commerciale
all’accesso wireline
Si diffonderanno anche soluzioni basate sul mecca-
nismo di networking locale short-distance.
61
La network quality continuerà a essere un fattore
critico di successo per gli operatori: gli investimenti
nel potenziamento delle reti continueranno quindi ad
avere un peso determinante nel budget degli operatori
di Tlc.
Allo stesso tempo, data la situazione di mercato e
la conseguente riduzione di marginalità, gli operatori
avverrà in direzione di:
– migrazione su reti all-Ip;
– virtualizzazione delle reti;
– maggiore condivisione delle risorse e outsourcing
come una competenza core).
Accelerazione politica
Seguendo la regolamentazione europea, gli inter-
ottica nelle “aree a fallimento di mercato”.
Gli investimenti pubblici, quindi, risponderanno in
ampia misura a un’esigenza di accelerazione di natura
digital divide) che di mer-
cato, un’accelerazione il cui vantaggio si inquadrerà
-
terà, in alcune aree, di fare esperienza di capacità per
le quali esisteranno pochi servizi in grado di trarne
veri vantaggi.
62
Gli obiettivi dell’Agenda Digitale italiana, in par-
ticolare in riferimento all’esigenza di “rimediare a un
gap infrastrutturale e di mercato, creando le condi-
zioni più favorevoli allo sviluppo integrato delle infra-
”, comun-
que, non verranno raggiunti entro i termini temporali
Gli investimenti pubblici si orienteranno solo sulla
e al loro sviluppo verso il 5G.
Nel caso in cui l’intervento sarà “diretto”, ovvero-
-
vento stesso sarà condizionata dalla disponibilità degli
servizio al pubblico e a farsi carico dei costi degli ap-
backhaul nel caso in cui l’intervento diretto non li pre-
veda all’origine.
-
miche persistenti produrranno una convergenza di
interessi che favorirà il rafforzamento delle soluzio-
ni di economia mista. La contrazione delle risorse
economiche disponibili per investimenti, infatti, pro-
seguirà nei prossimi anni e genererà la necessità di
innescare collaborazioni tra il sistema pubblico e il
sistema privato.
63
Il contesto delle telecomunicazioni, una vol-
ta ben descrivibile e delineabile entro un confine
preciso, sempre più sarà fluido, senza contorni: le
Telecomunicazioni saranno Tv, energia, servizi di si-
curezza e sorveglianza, sensoristica, informazioni sul
Si passerà anche in Italia dal modello attuale in
cui le sinergie avvengono in maniera verticale solo
-
comunicazioni, energia, gas) al modello adottato in
alcuni paesi del Nord Europa, basato sugli incentivi
alla condivisione delle infrastrutture in maniera oriz-
zontale tra telecomunicazioni, energia, riscaldamento/
cogenerazione, gas, acqua, etc.
Pressioni simmetriche
L’adeguamento delle infrastrutture di telecomuni-
cazione continuerà a essere spinto dai modelli di bu-
soprattutto dalle media company). Le Ott saranno fon-
damentali per l’attrazione e il mantenimento di clienti
sulle reti, anche se porteranno costanti squilibri nel
business delle Telco. In ambito mobile, inoltre, l’av-
vento della “soft Sim
64
equilibri tra i vari player
operatori ed Ott).
Va tenuto presente che, nonostante i cambiamenti
di scenario competitivo appena descritti, le politiche
economiche italiane continueranno a basarsi sulla di-
stinzione fra segmenti industriali quali gli operatori
di broadcaster, tutti destinati a sparire nel corso del
prossimo decennio.
Sempre di più, inoltre, i gestori dell’infrastruttura
– da una parte dagli Ott;
– dall’altra dai vincoli regolatori.
Penetrazione pervasiva
Dall’alto della value chain, i grandi Ott prosegui-
ranno lo spostamento dall’offerta, generalizzata o di
nicchia, verso un ruolo più specializzato e aderente alle
-
frastrutture). Per questa tendenza il ruolo dei regolatori
sarà fondamentale per favorire, od ostacolare, tanto il
consolidamento di questi player dominanti, quanto la
nascita di nuovi soggetti.
Nell’advertising, inoltre, il ruolo degli Ott diventerà
più pervasivo, via via che essi guadagneranno quote di
mercato a scapito degli operatori media.
Anche sul piano dei servizi, il ruolo degli Ott sarà
diventato nel 2025 molto più importante di ora. Google
fornirà la comunicazione interpersonale, con focus su
65
capacità innovative basate su tecnologie cognitive e
Big Data, come la traduzione istantanea multilingua.
Amazon, stando all’interno del settore Ict, sarà leader
indiscusso mondiale per i servizi cloud.
Il ruolo degli Ott in Italia resterà quello che han-
no in quasi tutti i paesi nei quali non si sono svilup-
pati forti Ott locali: monopolisti, od oligopolisti, con
base all’estero. Saranno indispensabili per lo sviluppo
economico del Paese, ma avranno effetti negativi in
termini di mancato sfruttamento economico a livello
nazionale dei Big Data acquisiti in cambio dei servizi
offerti.
Anche il peso degli Ott sul mercato italiano dei me-
stesso sarà ancora gestito da attori nativi nel settore.
Nonostante la presa di coscienza a livello gover-
nativo dei problemi generati dalla posizione degli Ott
rispetto agli operatori telefonici abilitati, nei prossimi
nove anni il Paese non riuscirà ad acquistare una sen-
-
tervento legislativo teso a ridurre questa asimmetria.
Essa, d’altronde, pur essendo fortemente lesiva degli
interessi nazionali, rimarrà largamente accettata in
gratuito alle cosiddette reti “social”.
66
La necessità di mantenere le garanzie di libertà di
contenuti indipendentemente dall’operatore di accesso
media company”) impedirà
alle media company, che avessero eventualmente un
rilevante potere di controllo su una TelCo, di eserci-
concorrenti.
Quindi, la rete, in quanto tale, sarà priva di rile-
vanza strategica per le media company: l’interesse delle
media company a distribuire i propri contenuti attraver-
broadcast e unicast, sia sulla
di essere o meno azionisti delle TelCo che controllano
le reti di trasporto o diffusione. Tale situazione verrà
mantenuta e ribadita dalla regolamentazione europea
sulla neutralità della rete in corso di approvazione.
Scala mondiale
Da qui al 2025 il panorama delle Telecomunicazioni
sarà oggetto di un forte processo di concentrazione. In
Europa, dopo anni di incertezza e indeterminazione,
si sarà realizzato un forte consolidamento fra gli ope-
ratori tradizionali, che avrà prodotto alcuni attori di
dimensioni assolutamente rilevanti su scala mondiale.
In Europa vi saranno al massimo quattro operatori,
67
come negli Usa. Nel mondo nordeuropeo/scandinavo vi
sarà un singolo operatore integrato. Telefonica si sarà
allargata in gran parte del Sud America.
Le realtà italiane avranno ruoli subalterni nel pro-
cesso di consolidamento degli operatori europei.
Valore disperso
Gli operatori delle Telecomunicazioni, che avreb-
bero la possibilità di assemblare dati di tipo molto
diverso, realizzando quindi proprio l’operazione che
rappresenta il valore aggiunto della logica dei Big Data,
resteranno nei prossimi anni bloccati dalla regolazio-
ne nazionale e internazionale. L’evoluzione su questo
terreno sarà modesta, sia per la generale lentezza delle
decisioni istituzionali, sia per la scarsa pressione in tal
senso da parte del mercato.
Per le Telco, dunque, i Big Data resteranno nel 2025
una linea di ricavo di modesta importanza: la direttrice
principale di sviluppo riguarderà piuttosto l’offerta di
contenuti.
Modelli di integrazione
Le fusioni societarie sposteranno sempre più il
quadruple play -
so Internet broadband, televisione, telefono e servizi
wireless) o il 5-play se si considera anche l’offerta inte-
grata di realtà mista a supporto, ad esempio, dei social.
68
I servizi a “qualità assicurata” continueranno a es-
delle aziende anche oggi operanti nel settore.
I limiti normativi saranno tali che le multiutility
saranno in genere disincentivate dalla valorizzazione
e l’inizio del millennio nel mercato delle Tlc: questa
evoluzione resterà quindi di scarsa portata. L’ingresso
dei cinesi nel mercato delle utility nel ruolo di fornitori
di servizi avrà, da qui al 2025, un successo marginale,
Si svilupperanno molto i ruoli di Virtual Service
Provider, ad opera di soggetti che sfrutteranno il pro-
prio brand -
slice”), sia da Telco, sia dai vendor
che offriranno managed network.
A livello europeo proseguirà nei prossimi anni la
spinta a ridisegnare il rapporto fra l’economia conti-
gli interventi normativi, disegnati a livello comuni-
tario e poi applicati tramite legislazione nazionale,
non riequilibreranno in misura rilevante le disparità
competitive fra le imprese a base europea e quelle di
oltreoceano.
Per riequilibrare le condizioni concorrenziali nel
mercato della banda larga domestica verrà messa a
punto una combinazione di:
69
– regolamentazione dei servizi di interconnessione e
interoperabilità a condizioni non discriminatorie;
– un subset di regole sulla net neutrality che impe-
discano la discriminazione tra applicazioni e con-
tenuti, favorendo quindi un’effettiva possibilità di
competizione fra service provider.
A livello Ott la normativa resterà a lungo prati-
camente inesistente, continuando a focalizzarsi solo
sulle Telco. Proseguiranno quindi gli effetti negativi
derivarne la riduzione dei margini delle Telco, con la
conseguente carenza di investimenti strutturali, di cui
l’Italia soffrirà ancora a lungo in maniera particolare.
Nel 2025 si saranno affermati nuovi modelli di bu-
siness, afferenti a due situazioni estreme:
– i Wholesale Access Provider network company),
un modello in cui l’operatore è privo di controllo
sulla customer interface;
– i Digital Service Provider, operatori sempre più sbi-
lanciati sulla vendita di servizi a valore aggiunto e
contenuti.
Il modello prevalente sarà comunque il secondo,
ovvero quello della trasformazione da Communications
Service Provider a Digital Service Provider.
70
Personalizzazione e agilità
La principale novità dei prossimi anni sarà rappre-
sentata dalle Sdn, grazie alle quali, in linea di massima,
ciascun utente o fornitore di servizi trasmissivi potrà
variare le caratteristiche del servizio, in forme sempre
-
La cosa sarà di particolare interesse anche per le
reti distributive interne a un data center, servizi cloud
ven-
dor di architetture cloud e architetture di switching.
Connettività personale
Nascerà un nuovo layer di operatori di connettività
personale che si appoggeranno sul layer infrastruttura-
-
le in modo ottimizzato, e che potranno quindi garantire
l’erogazione di un accesso in banda larga a prescindere
dal luogo dove il subscriber si trovi.
Avremo quindi offerte in bundle di operatori Tlc
che garantiranno banda e servizi associati a livello
personale. Tali offerte saranno slegate dalla zona ge-
ovunque.
71
Esplosione d’offerta
Lo sviluppo di una nuova generazione di rete, che
abbatterà drasticamente il costo di “operation”, produr-
-
vizi ad oggi irrealizzabili su reti a “kilobit per secondo”
saranno disponibili su reti a “gigabit per secondo”.
Lo sviluppo di logiche di offerta “alla piattaforma”,
con meccanismi di provisioning molto semplici e in
tempo reale, abiliterà la nascita e lo sviluppo di ecosi-
stemi per la fornitura di intere classi di nuovi servizi.
Questi sviluppi saranno la base per una ricorrente na-
scita di nuovi modelli di business, in grado di estrarre
valore dal processo con approcci diversi dal passato:
soluzioni tecnologiche di tal genere, infatti, abbasse-
ranno in maniera drastica le barriere di entrata per gli
quel momento inesistenti.
Verranno diffusamente adottati modelli di business
assai più aperti, basati sulla collaborazione tra diversi
emergente sarà quindi quello di gestire l’ecosistema dei
mercati verticali.
Le infrastrutture dedicate alla gestione dei modelli
-
sibili: i sistemi It saranno dotati di interfacce standard
72
per consentire l’integrazione con le terze parti coin-
volte nell’erogazione dei servizi e le risorse It e di rete
dovranno essere erogate con elasticità e flessibilità
73
3. LA REGOLAZIONE
E LE POLITICHE
IL RUOLO DELL’UNIONE EUROPEA
Forza interna
delle Tlc sarà assai pronunciata, paragonabile a quella
di molti altri settori della nostra economia. L’Ue avrà
infatti nei prossimi anni la responsabilità e l’iniziativa
nella regolazione di varie questioni strategiche relative
alle Telecomunicazioni: in materia di concorrenza e
Big Data e, in relazione a ciò, della garanzia della pri-
vacy. Un’altra delle arene di confronto normativo dei
prossimi anni riguarderà il tema della net neutrality
zero rating” e il “content monitoring”).
A fronte di una governance centralizzata, gli Stati
membri avranno semplicemente la responsabilità del
recepimento delle direttive comunitarie. Le scelte degli
enti regolatori europei avranno effetti sostanziali per i
mercati nazionali delle Telecomunicazioni.
Da qui al 2025 l’attitudine regolatoria dell’Ue su-
birà una rilevante evoluzione: l’approccio dirigistico
verrà sostituito da un modello molto più condiviso che
porterà a strategie solide, capaci di favorire cambia-
74
La scarsa capacità dell’Ue di incidere a livello so-
vranazionale, però, le impedirà di svolgere un ruolo
davvero protettivo degli interessi degli Stati membri
nei confronti dei grandi attori globali. In effetti, uno dei
principali problemi per la regolazione europea risiederà
nel fatto che resterà impossibile sanzionare o forzare i
soggetti inadempienti.
Il ruolo principale dell’Ue sarà quello di stipulare
accordi transnazionali per la condivisione delle rego-
le di gestione dei dati personali. Nel prossimo futuro
il quadro di riferimento sarà costituito dal Privacy
Shield.
Uno stesso percorso, un passo diverso
L’itinerario della trasformazione digitale del nostro
Paese verrà in ampia misura tracciato su mappe già da
altri disegnate. Le differenze fra il contesto italiano e
le tendenze globali si porranno più in termini di diverse
velocità di sviluppo che in chiave di differenti percorsi
evolutivi.
L’arretratezza digitale del nostro Paese ci manterrà
– ancora nel 2025 – in una condizione di “follower
di vera e propria subordinazione) rispetto ai paesi in
cui il digitale è prassi culturale da almeno un decennio.
75
Sovrapposizioni e confusioni
Per uscire dalla condizione di ritardo persistente,
d’altronde, servirebbe una capacità di guida del proces-
so trasformativo di cui il Paese non disporrà: mancherà
in Italia una vera capacità di governance della trasfor-
mazione digitale, nel 2025 come oggi.
In effetti nei prossimi anni continuerà la sovrappo-
sizione di soggetti diversi e una confusa divisione delle
responsabilità per la governance. Questa confusione
resterà uno dei principali ostacoli all’accelerazione del-
la trasformazione digitale.
Più snelli, più trasparenti
Negli anni che ci separano dal 2025, tuttavia, que-
sta situazione sarà soggetta a un’evoluzione positiva.
L’innovazione nel modello di governance si baserà su
una più nitida assunzione da parte dello Stato del ruolo
-
Spid), con forte trasparenza sulle modalità decisionali
dei privati.
Nei prossimi anni nelle politiche pubbliche a soste-
gno del mercato verranno introdotti modelli di azione
tipici dell’innovazione “snella”. Infatti, sarà impossibile
-
mine: si avrà invece bisogno di fare frequente ricorso
76
risultati e soprattutto della capacità di ridisegnare le
azioni concrete.
Una strategia focalizzata
La governance della trasformazione digitale, an-
ziché limitarsi a intervenire sulla P.A., si porrà come
un’azione trasversale a diversi settori.
Le iniziative saranno focalizzate su una gamma li-
mitata di temi di rilievo: uno di quelli su cui nei pros-
simi anni si punterà di più farà riferimento al modello
dell’Industria 4.0. Fra le principali scelte dell’attore
pubblico su questo terreno, vi sarà quella di facilitare
l’adozione delle metodologie di Industria 4.0 da parte
delle Pmi.
Certezze mancanti
Un tema ampio e articolato su cui il regolatore
pubblico dovrà intervenire è quello dell’Internet delle
nazionali ed internazionali.
Nei prossimi anni il quadro delle regole sarà ina-
deguato a facilitare la diffusione dell’IoT, poiché non
riuscirà a garantire ai servizi ad esso associati parame-
tri certi in termini di latenza di disponibilità di banda
e di sicurezza. I parametri con i quali regolamentare i
servizi di trasporto abilitanti per l’IoT dovranno infatti
77
esempio al servizio di informazione dell’utente circa
le possibili situazioni emergenziali: queste, nonostante
non necessitino di una grande quantità di banda, de-
vono avere latenza quasi nulla e garanzia di recapito
degli avvisi; mentre per servizi di tipo sanitario sarà
più importante disporre di maggiore qualità di banda).
Un ruolo molto importante per l’IoT sarà svolto, ad
esempio, dalla regolamentazione che indirizzerà settori
applicativi estesi come quelli sul controllo dei consumi
nuova costruzione.
Multistakeholder
L’organismo di governance complessivo della vita
digitale italiana sarà rappresentato da una comunità
multistakeholder; di tale organismo faranno parte:
– le rappresentanze istituzionali;
– i soggetti economici;
– le rappresentanze di reti di utenti.
Le comunità industriali supporteranno il ruolo dei
regolatori suggerendo loro i principi su cui basare la
regolazione.
Nel nostro Paese, al tempo stesso, resterà assente
un soggetto capace di aggregare le competenze indu-
striali con quelle universitarie e della ricerca, indiriz-
zandole verso i settori in cui sia più opportuno con-
centrarsi.
78
Relazioni digitali
In termini generali, le relazioni operative fra pub-
blico e privato progrediranno in maniera decisiva nel
corso dei prossimi anni. Le relazioni della P.A. con il
mondo delle aziende, infatti, saranno nel 2025 digita-
lizzate in amplissima quota.
La collaborazione fra attori pubblici e privati per-
metterà di erogare servizi unitari verso le imprese e
i cittadini che superino proprio la dicotomia pubbli-
co-privato, per modellarsi sui life-event. Fra i servizi
organizzati in tale maniera, vi saranno:
– servizi di trasporto integrati sulle reti pubbliche e
private;
– servizi relativi alla mobilità self-driving -
gio embedded del codice e della sicurezza stradale,
nonché del monitoraggio assicurativo nei software
delle automobili).
Oligarchia o decentramento
I rapporti fra gli interessi privati e quelli pubblici
saranno comunque solo cooperativi. Proseguirà infatti
nei prossimi anni lo scontro già in atto tra uno svilup-
po della rete decentralizzato – e quindi coerente con
quella che è stata la genesi di Internet – e un sistema
centralizzato oligarchico, legato al più recente sviluppo
delle Telecomunicazioni e dell’offerta di contenuti di
qualità. Questo rappresenterà il punto nodale su cui si
79
pesantemente lo scenario evolutivo delle infrastrutture
e delle ipotesi regolatorie. Le poste in gioco saranno:
– il mantenimento di basse barriere all’ingresso per
un’attività imprenditoriale decentrata e per il lavoro
individualizzato;
– la possibilità delle imprese di Telecomunicazioni di
introdurre misure di controllo tecniche nelle infra-
strutture di base, per differenziare il servizio;
– la possibilità di tenere sotto controllo le patologie
della rete, quali il crimine informatico e lo spam;
– la persistenza di quella parte di Internet che è stato
dall’inizio regolato da un’economia dei “commons”;
– la possibilità degli Stati di garantire la sicurezza dei
cittadini.
Sebbene molti attori opereranno per la costruzione
di un sistema di controllo basato su una architettura
distribuita e robusta, evitando l’accumulo di potere da
-
sterà instabile per tutto il periodo qui considerato.
L’IDENTITÀ DIGITALE
Fra etica e relazioni
La tendenza della Rete a diventare sempre più il
luogo delle relazioni fra le persone, prima ancora che
della circolazione di informazioni, porterà il tema
80
dell’identità digitale ad acquisire crescente importanza.
Internet diventerà sempre più una realtà sovranazionale
capace di assegnare un’identità digitale a tutti i cittadi-
ni dei diversi paesi del mondo.
Dal punto di vista tecnologico, si diffonderanno su
larga scala di soluzioni di identità basate su protocolli
estremamente distribuiti, della famiglia del blockchain.
Su un termine di tempo lungo, inoltre, la questione
dell’identità digitale evolverà, ponendo problemi eti-
ci e giuridici molto complessi – quando saremo alla
non-guida di un veicolo self-driving e la legge imporrà
-
-
pegnati in una riunione di lavoro in realtà immersiva
a migliaia di km di distanza quale sarà l’identità pre-
valente ed effettivamente responsabile per il veicolo?
Attorno al tema dell’identità digitale ruoteranno
la riservatezza delle informazioni di cui essa sarà vei-
colo, chi si gioverà di tali informazioni estraendone
anni il problema di una identità digitale europea unica,
dando una spinta fondamentale per il rinnovo di varie
politiche nazionali, fra cui quella italiana.
Al centro dell’azione pubblica nei prossimi anni vi
sarà il tentativo di garantire l’interoperabilità fra i si-
stemi in uso presso i vari stati dell’Ue, per consentire
81
ai cittadini di accedere a servizi erogati dalle Pubblica
Amministrazioni dei paesi in cui essi si troveranno a
viaggiare o a stabilirsi. Si punterà quindi su soluzioni
comuni o federate, che consentiranno un’interoperabi-
lità a livello comunitario.
Fornitori e consumatori di identità
La Pubblica Amministrazione italiana punterà nei
prossimi anni ad ampliare l’utilizzo dell’identità digita-
le aumentando la gamma di servizi offerti grazie a tale
strumento. La capacità degli identity provider di pro-
muovere l’Identità Digitale, allargando la base utenti,
assieme all’aumento di offerta della P.A., stimolerà le
La strategia pubblica sarà nei prossimi anni quel-
-
vando a quest’ultima una preminenza rispetto al nuovo
-
One Time Password) in sostanza
attraverso la ridenominazione in “Spid di terzo livello”.
La differenziazione tra secondo e terzo livello rappre-
senterà essenzialmente una forzatura tesa più a dare
della Cns che a offrire una maggior sicurezza all’iden-
tità digitale del cittadino.
Il regolatore pubblico stimolerà, in collaborazione
con Banca d’Italia e mondo bancario, la possibilità di
82
utilizzare l’identità digitale per effettuare transazioni
di pagamento.
Va sottolineato che, accanto all’identità digitale
identità personali supportate dai principali player Ott.
Queste identità gestite da player privati internazionali
diverranno accettabili anche per molti soggetti giuri-
dico-economici nazionali.
Nonostante le iniziative europee e nazionali, la
situazione resterà da qui al 2025 squilibrata a favore
degli attori economici transnazionali. Si sentirà in tal
nazionali di terzo livello. Se tale sistema venisse a cre-
arsi, i grossi Ott statunitensi verrebbero spinti a fede-
nel Paese parte della catena del valore legata all’identità
degli utenti dei social network e dell’e-commerce.
Le istituzioni pubbliche saranno motivate ad af-
frontare la questione delle identità digitali dalla neces-
sità di evitare che essa resti in mano unicamente al
Gsma, agli Ott e ai social network. Si può escludere,
d’altronde, che nei prossimi anni si arrivi a una regola-
mentazione ex-ante degli Ott, tale da eliminare l’asim-
unicamente di azioni ex post, quando sono ravvisati
elementi sanzionabili) e i network operator.
83
4. L’EVOLUZIONE DEL MERCATO
Esistenza digitale
La grande quantità di banda resa disponibile dal-
le reti di quinta generazione promuoverà un ulteriore
esistenti e la creazione di nuovi. Il potenziamento delle
reti trasformerà e arricchirà le offerte commerciali un
po’ in tutte le sfere della vita dei clienti. Ad esempio,
la rapida espansione della “Personal TV”, consentirà la
produzione e la distribuzione in tempo reale di crona-
che video di eventi privati o pubblici.
Grazie alle innovazioni rese possibili dal poten-
ziamento delle reti e dalla trasformazione delle loro
architetture, cresceranno molto anche i servizi pubblici
legati alla geolocalizzazione e alla prossimità.
Vi sarà anche un forte lo sviluppo di sistemi di gui-
da automatica dei veicoli, che avranno rilevanti esigen-
ze di capacità trasmissiva verso i veicoli circostanti e/o
i centri servizi dei gestori stradali.
Inoltre, con il progresso delle tecniche e delle tec-
nologie digitali in ambito medico nel corso del prossi-
mo decennio, nuove protesi ridoneranno a molti disa-
bili i sensi perduti.
Le innovazioni, d’altronde, favoriranno anche la di-
84
da qui al 2025 i servizi di pagamento digitale cresce-
ranno rapidamente. Dall’altro, aumenteranno sensi-
bilmente anche le piattaforme tecnologiche legate alla
sharing economy.
L’individuo e la nuvola
Nel 2025 le nostre città
di dati che metteranno tutto e tutti in continua e stabile
connessione, in ogni luogo, in ogni momento. Alla rete
-
sistenza medica, il volante della nostra auto, la difesa
del territorio.
D’altronde, sul lato della domanda, il consumato-
re sarà sempre più interessato alla fruizione ubiqua di
contenuti a elevata capacità di banda, indipendente
dalla piattaforma trasmissiva e dal device utilizzato.
E, in effetti, la fruizione ubiqua di tali contenuti si
moltiplicherà nell’ecosistema digitale: nuove forme di
aggregazione, distribuzione, fruizione, valorizzazione
dei contenuti con un’advertising
L’accesso ai contenuti sarà quindi sempre più otte-
nuto in mobilità e in ogni luogo, grazie a servizi evoluti
come la banda larga personale: una banda larga slegata
da un punto di erogazione e/o dall’operatore, ma basata
sulla persona che fruirà dei contenuti con il suo device
tipicamente mobile, anche in casa, con un ‘contratto di
banda larga personale’ indipendentemente dall’opera-
tore infrastrutturato sottostante.
85
All’individualizzazione del consumo darà rispo-
sta la “
assecondare sempre di più gli usi multi-network e
multi-device del Consumer: il futuro sarà sempre più
un allontanamento dalla tv tradizionale lineare verso
lo streaming on-demand, catch-up tv e il mercato del
Video-On-Demand a pagamento.
Esperienze multiple
Si diffonderanno i servizi Omni Channel
ai servizi e prodotti dell’operatore da qualsiasi canale,
eventualmente iniziando una transazione su un canale
e completando la stessa su un altro canale).
Va però tenuto presente che, da qui al 2025, la stan-
dardizzazione dei sistemi operativi non sarà comunque
tale da portare alla possibilità di creare applicazioni
universali lanciabili sulle diverse piattaforme dispo-
nibili.
Casa e lavoro
La domanda di connettività, comunque, non cre-
scerà solo in funzione della propensione alla mobilità.
stessa non saranno del tutto lineari. Va segnalato ad
esempio che, in presenza di rapporti di lavoro sempre
-
zati dall’auto-organizzazione del tempo e dello spazio
86
di lavoro, la quantità di persone che lavorerà a casa pro-
pria facendo ricorso alla rete tanto per la ricerca di oc-
casioni di lavoro, quanto per lo svolgimento del lavoro
stesso, aumenterà lentamente ma in maniera costante.
domestica, aggiungendo la necessità di banda delle at-
tività lavorative a quella degli usi domestici.
Immergersi e dialogare
Le forme di comunicazione a distanza saranno
nel 2025 totalmente coinvolgenti, grazie anche all’uso
diffuso della realtà virtuale. La virtual reality verrà
applicata a servizi quali il gaming e il content sharing.
Gli ambienti virtuali immersivi, le applicazioni di
virtual reality e la condivisione di digital media da par-
te degli utenti in ambienti di tal genere, saranno diven-
tati nel 2025 mainstream. Questo tipo di applicazioni
spingerà il successo sul mercato dei dispositivi wireless
usati per il consumo di media in ambiente domestico.
Tecnologie di tal genere avranno inoltre un ruolo abi-
litante fondamentale anche nell’offerta dei servizi di
education e formazione.
saranno quelle riguardanti l’interazione stessa con la
macchina, che avverrà in linguaggio naturale e consen-
tirà di abbattere qualsiasi barriera culturale linguistica
e cognitiva.
87
Nei prossimi anni vi sarà un miglioramento qua-
litativo dei televisori e dei relativi display attraverso:
– il graduale passaggio dal Dvbt al Dvbt2;
– Advanced Video
coding High Efficiency Video
Coding
-
vorita anche dalla graduale diffusione di contenuti
commercializzazione dei primi televisori/proiettori
-
chia di mercato, sia perché destinato a schermi di
dimensioni superiori ai 65”, sia perché richiederà la
disponibilità contenuti appropriati);
High Dynamic
Range) che abiliterà una maggiore gamma dinami-
ca delle immagini con uno sfruttamento non lineare
della profondità a 10 bit;
– la migrazione da Led a Oled;
– la sostituzione del display a pannello con sistemi
una tendenza molto limitata, da mercato di nicchia,
rivolto al consumatore che, in cambio di diagonali
superiori agli 80”, accetterà la minor luminosità e
il costo dei proiettori ad alta risoluzione).
88
Comodità vs. qualità
Aumenterà nei prossimi anni la fruizione video in
streaming -
passaggio dal modello di fruizione download a quello
streaming porterà sempre più l’attenzione del pubblico
sulla comodità, a scapito della qualità. Lo standard di
-
Si svilupperanno ulteriori piattaforme che, in linea e
-
sare, senza soluzione di continuità, dalla fruizione su
terminale mobile a quella su display di dimensioni me-
Un limite alla fruizione non lineare del palinsesto
televisivo sarà determinato da uno zoccolo duro di te-
levisori disconnessi che rimarrà nel 2025 dell’ordine
Le tre leve dell’automazione domestica
Il prossimo decennio sarà caratterizzato dall’e-
spansione dell’IoT domestica, che verrà abilitata da
una riduzione del costo dei sensori, degli attuatori e
dei controller della rete IoT domestica.
Tale espansione, tuttavia, sarà molto favorita anche
-
89
ri e dispositivi di controllo) dei servizi cloud necessari
per raggiungere in modo trasparente gli end-point via
Internet. Va però considerato che il contraltare della
-
tuito proprio da questa cessione dei Big Data generati
dall’end point
Le questioni relative alla privacy andranno quindi ge-
stite con attenzione, poiché rischieranno di complicare
la diffusione delle tecnologie domotiche.
L’IoT domestica, inoltre, offrirà nuove e rilevanti
funzionalità senza richiedere complessi lavori di pro-
gettazione, predisposizione degli impianti domestici e
specialisti nella programmazione delle centraline. Sarà
una sorta di “Home Automation fai-da-te”, resa possi-
bile dalla drastica riduzione del costo dei dispositivi di
-
cazione della connessione alla rete wireless domestica.
-
tutto per la forte diffusione degli smartphone, che
rappresenterà il veicolo per l’adozione rapida da parte
delle persone delle applicazioni di questo comparto.
Gli italiani, già amanti dei gadget tecnologici, apprez-
zeranno assai il fatto di avere nuove buone ragioni pra-
tiche per utilizzarli.
Spinta tecnologica e attrito organizzativo
La robotica di servizio comincerà a diffondersi in
90
verso il 2025). In rapida crescita vi saranno:
– il controllo da remoto e la visualizzazione dello
stato di sistemi di allarme e videosorveglianza;
-
ratura/umidità interna ed esterna) dei sistemi di
-
freddamento);
– la visualizzazione dello stato e controllo da remoto
-
re di materiali di consumo) degli elettrodomestici
forni combinati, segnalazione guasti);
-
lizzata e da remoto dei carichi elettrici domestici;
controllo del fotovoltaico domestico, inclusi i pan-
Lo sviluppo dell’approvvigionamento automatico
o semiautomatico dei materiali di consumo dome-
si appoggerà sul contemporaneo sviluppo di piccole e
grandi reti distributive locali o nazionali che riceveran-
no ordini per una tipologia sempre più varia di merci.
Sportelli deserti
L’impatto dell’innovazione nelle telecomunicazioni
sulla salute delle persone sarà nei prossimi anni mol-
to rilevante, soprattutto per la fascia più anziana della
91
popolazione, che potrà avvalersi di un monitoraggio
continuo delle condizioni di salute:
– aumenterà notevolmente la possibilità per gli anzia-
ni di usufruire di un’assistenza sanitaria continua
restando nel proprio domicilio;
– per tutti gli strati sociali, comunque, sarà già molto
importante la digitalizzazione dei rapporti con il
sistema sanitario, che farà venire meno una quota
consistente degli sprechi di tempo in spostamenti
e code agli sportelli.
Fra possesso e accesso
con i suoi comportamenti di consumo condizionerà e
dunque, sarà un esercizio cruciale e ricorrente.
I consumatori italiani, in particolare, resteranno
propensi al possesso di gadget, cosicché la vendita di
device nel nostro Paese resterà nei prossimi anni molto
-
no anche relativamente “pigri” nell’accesso ai nuovi
-
te più lenti che nel resto d’Europa.
92
Ostacoli cognitivi
Nonostante i progressi delle infrastrutture di nuo-
va generazione, il decollo dei servizi digitali sarà nel
nostro Paese più lento che altrove, in parte per ragioni
sensibilmente più bassa che in molti altri contesti), in
in un contesto economico nazionale che resterà molto
debole e incerto.
Il decollo del mercato digitale, in un paese come
l’Italia, risulterà quindi faticoso e abbastanza differen-
ziato da settore a settore. In particolare, sarà:
– veloce e diffuso nei casi in cui la richiesta di capa-
cità sarà limitata e la fruizione abbastanza passiva;
– più di nicchia laddove richieda il possesso o l’attiva
acquisizione di nuove capacità di interagire con gli
strumenti e i soggetti dell’offerta digitale.
Informazioni indossate
A fronte delle inerzie derivanti dalla cultura e dalle
abitudini di consumo, non va però trascurato il forte
progresso che avverrà nella strumentazione per in-
Nei prossimi anni si combineranno in misura cre-
scente lo sviluppo delle Telecomunicazioni da un lato
e il rafforzamento e la diffusione della Data Science
dall’altro. Da questa convergenza emergerà una gamma
di strumenti per il marketing B2C di portata assoluta-
93
mente inedita e di crescente potenza.
Le informazioni raccolte dalle grandi aziende che
basano il proprio business sui dati arriveranno in mi-
sura crescente dalle nostre case, dagli “smart device”,
dalle nostre auto sempre più intelligenti e iperconnesse,
wearable technology).
Anche il volume di dati prodotti dai social network,
smart city) e dai log dei sistemi informativi aziendali,
a cui si aggiungerà sempre più l’output del processo
costante di digitalizzazione della conoscenza, si con-
asset imprescindibile per tutti i settori
startup innovative, Ong, etc.).
BUSINESS TO BUSINESS
Velocità differenti
In tutto il mondo, nel prossimo decennio, l’econo-
mia verrà caratterizzata da una trasformazione digi-
tale la cui velocità, però, dipenderà largamente dalle
differenze nazionali e dai diversi settori economici di
applicazione.
Si passerà da un’economia in cui l’informatica era
di supporto al processo produttivo a un’economia in cui
il digitale è integrato con il ciclo di vita dell’azienda.
Lo sviluppo infrastrutturale, di per sé, sarà neces-
-
94
liana: la questione decisiva sarà la capacità del tessuto
imprenditoriale nazionale – composto di piccole impre-
se spesso molto arretrate dal punto di vista organizza-
tivo e della valorizzazione delle nuove tecnologie – di
cogliere l’occasione del salto di qualità infrastrutturale
per realizzarne uno analogo dal punto di vista dei mo-
delli organizzativi e di business.
Disfunzioni organizzative
Per molte imprese, anche grandi ed esposte alla
concorrenza, la trasformazione digitale sarà tutt’al-
tro che semplice, poiché metterà in discussione prassi
organizzative e disegno dei processi consolidatisi nel
-
nere l’informazione anziché diffonderla).
Ancora a lungo, dunque, si assisterà a disfunzioni
fatturazione elettronica utilizzata a macchia di leopar-
do nella stessa azienda, le informazioni scambiate te-
lefonicamente anziché tramite sistemi di archiviazione
condivisi, la cesura fra le informazioni di cui dispon-
gono gli addetti al call center e quelle riportate nei siti
e nelle comunicazioni pubblicitarie, etc.).
Stesse tecnologie, maggior impatto
Le implicazioni per le imprese dello sviluppo della
95
business saranno in buona sostanza le stesse dell’u-
tenza privata: grande velocità, abilitatore per servizi
della diffusione di servizi AaaS, utilizzabili senza
-
li innovazioni tecnologiche effettivamente utilizzate
dall’utenza Business riguarderanno comunque soprat-
tutto due aree:
–
All as a Service – SaaS, IaaS, FWaaS, etc).
un maggiore impatto per il sistema produttivo rispetto
al mercato Consumer e sarà il driver abilitante di nuove
possibilità d’offerta che aumenteranno la competitività
del sistema produttivo. Sul versante dei clienti Business
si avrà:
– una maggiore penetrazione di servizi cloud;
– una forte diffusione dell’IoT.
Una parte di primaria importanza della domanda
Business dei prossimi anni sarà relativa alle applica-
zioni per la gestione dell’innovazione industriale, con
l’applicazione al loro interno dell’Internet of Things e
-
tene di montaggio dislocate in vari luoghi, etc.).
Con l’effettivo sviluppo dei servizi in cloud si dif-
fonderà un nuovo modo di vivere la dimensione azien-
dale in mobilità: vi sarà quindi la necessità di ripensare
96
i sistemi informativi aziendali in una logica differente,
andando oltre la pura trasposizione in cloud di applica-
I driver commerciali per la proposizione dei ser-
vizi cloud saranno sempre meno legati al risparmio di
costi nella gestione e manutenzione delle server farm
interne, al miglioramento del ciclo di provisioning delle
sistema. Aumenterà invece l’importanza di orientarsi
modello, oggi praticato prevalentemente dalle imprese
It, si diffonderà in misura rilevante anche nelle altre
aziende, anche in quelle molto grandi e anche al di là
della fascia di imprenditori di nuova generazione, pro-
pensi all’innovazione.
Per la trasformazione delle organizzazioni pubbli-
che e private sarà decisiva l’adozione di un approccio
di Data Driven Decision
grezzi in informazioni, le informazioni in conoscenza e
la conoscenza in decisioni). Gli strumenti per ottenere
questi risultati saranno nei prossimi anni sempre più
dall’eccesso di informazione sarà quella di sviluppare
un sistema di rating personale, sempre a disposizione
attraverso il proprio motore di ricerca, che sarà co-
97
struito in modo automatico a partire dall’osservazione
dei comportamenti professionali dell’utente. I motori
di ricerca, inoltre, saranno in grado di comprendere
il linguaggio naturale e diverrà competitiva la ricerca
di informazioni e di supporto alle decisioni embedded
nel motore stesso.
È però prevedibile che gran parte degli operatori
privati italiani resteranno ancora per alcuni anni molto
indietro rispetto agli Ott nell’uso dei dati in proprio
possesso in vista di una adozione di un modello deci-
sionale Data Driven.
Industry disruption
Una delle direttrici di innovazione consentite dallo
sviluppo delle nuove reti riguarderà la datazione, ac-
time-stamping”) delle transazioni
salto di scala nella velocità della rete sarà quindi un
-
cace di tale mercato.
Anche nel sistema di trasporto merci e persone
prenderanno sempre più piede nei prossimi anni nuovi
modelli organizzativi. Per le imprese sarà infatti impre-
scindibile un percorso di sviluppo delle infrastrutture
telematiche: sia le tecnologie presenti sul mercato lega-
Internet of Things),
sia la necessità di raccogliere, immagazzinare e proces-
98
capacità e a latenza minima.
99
5. QUATTRO SFIDE PER LE
TELECOMUNICAZIONI
Si accentuerà nei prossimi anni la correlazione tra
il controllo della produzione di contenuti culturali e gli
-
-
ma da parte del W3C – World Wide Web Consortium
per assicurare la sua capacità di impedire agli utenti di
creare copie non autorizzate del suo contenuto).
Lo sviluppo della rete resterà per molti aspetti un
processo distribuito, la competizione tra piattaforme
erogatrici di contenuti e i proprietari delle infrastrut-
ture di rete condizionerà la disponibilità di “innovazio-
player
internazionali sui mercati delle singole nazioni. In tal
modo verrà eroso uno dei meccanismi istituzionali e
organizzativi di base che hanno reso Internet una forza
per il decentramento del potere sociale, economico e
culturale.
100
Follow the money
La pressione delle imprese produttrici di video
commerciali si scontrerà con il potenziale di demo-
cratizzazione e inclusione alla base della cultura di
Internet, espressa tra l’altro dalla diffusione e fruizione
di user generated content. Uno degli effetti di questa
dinamica sarà quello di spingere per uno spostamento
verso l’uso di Internet in una modalità che ricorda la
fruizione passiva tipica dei mass media tradizionali.
La connettività a basso costo faciliterà la collabora-
etc.). A sostegno di questa forma produttiva si diffon-
deranno due principali modelli economici:
– uno basato sui micro-pagamenti;
– un altro aderente al modello “all you can see/listen”
e le relative recurring revenues.
L’ora del prosumer
Nel 2025 saranno pochi attori di grandissima di-
mensione a contendersi il mercato dei contenuti, e lo
faranno con contenuti di altissima qualità.
Tuttavia, i prossimi anni vedranno anche la nascita
di numerosi nuovi provider di contenuti digitali. Una
parte di questi saranno imprese strutturate, altri invece
forme organizzative sfumate a mezza strada:
– fra il prosumer e il produttore vero e proprio.
La riduzione di costi e dimensioni contestuale al
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Tlc 2025. Il futuro delle Telecomunicazioni e della trasformazione digitale in Italia

  • 1.
  • 2. TLC 2025 Il futuro delle Telecomunicazioni e della trasformazione digitale in Italia a cura di Stefano Palumbo L’indagine previsionale “TLC 2025. Il futuro delle Telecomunicazioni e della trasformazione digitale in Italia” è stata ideata e realizzata da Stefano Palumbo. All’indagine hanno partecipato, in qualità di esperti: Gian Paolo Balboni (già Tim), Andrea Casalegno (Top-Ix), Gianni Dominici (ForumPa), Paolo Nuti (Mc Link), Fabio Panunzi Capuano (Linkem), Francesco Pirro (Agid), Roberto Vicentini (Engineering). Ezio Zerbini (Ericsson). Hanno inoltre partecipato al progetto Alessandro Casacchia (Agid) e Giovanni Sabatini (Engineering). Main sponsor del progetto è stata Engineering. 2017 by Stefano Palumbo http://it.linkedin.com/in/palumbostefano TLC 2025. Il futuro delle Telecomunicazioni e della trasformazione digitale in Italia di Stefano Palumbo Finito di stampare nel gennaio 2017 Impaginazione e stampa a cura di Format Roma Srl, Roma È consentita la riproduzione e diffusione con citazione dell’autore
  • 3. TLC 2025 Il futuro delle Telecomunicazioni e della trasformazione digitale in Italia
  • 4. INDICE Premessa 9 Introduzione 13 PARTE PRIMA LO SCENARIO PREVISIONALE a cura di Stefano Palumbo 1. Le tendenze della tecnologia 45 Lo sviluppo infrastrutturale, p. 45 – Architetture di rete e device, p. 47 – La sicurezza, p. 51 59 Gli investimenti, p. 59 – Lo scenario competitivo, p. 63 – I modelli di business, p. 69 3. La regolazione e le politiche 73 Il ruolo dell’Unione Europea, p. 73 – La governance della trasformazione, p. 74 – L’identità digitale, p. 80 4. L’evoluzione del mercato 83 Business to Consumer, p. 83 – I comportamenti di consumo, p. 93 – Business to Business, p. 95 99 Il mercato dei contenuti, p. 99 – L’Industria 4.0, p.105–L’InternetdelleCose,p.109–IBigData,p.113 6. La trasformazione digitale 121 l’amministrazione, p. 124 – La società e la cultura, p. 126 – Il mercato del lavoro e le competenze, p. 130 7. Gli effetti del Brexit sulle Telecomunicazioni 135 PARTE SECONDA IL PUNTO DI VISTA DEI PROTAGONISTI Il percorso verso la Quinta Generazione, Ezio Zerbini, p. 141 – Lo scenario competitivo, Gian Paolo Balboni, p. 147 – Le opportunità del mercato delle Telecomunicazioni, Fabio Panunzi Capuano, p. 154 – Le Telco e l’occasione dei Big Data, Roberto Vicentini, p. 160 – P.A. Digitale tra Open Data e sharing economy, Gianni Dominici, p. 166 – Tecnologia, politica e società, Andrea Casalegno, p. 173 Nota metodologica 181 Gli esperti 187 Il curatore 191
  • 5. 9 PREMESSA Il progetto Lo scenario previsionale contenuto in questo libro è il frutto di un progetto realizzato fra il maggio e il luglio del 2016. Dieci manager di primo piano della filiera delle Telecomunicazioni – con una composi- zione il più possibile eterogenea, per comparto e per seminari di una giornata ciascuno, e hanno elaborato collettivamente uno scenario previsionale per le Tlc in Italia, nell’orizzonte del 2025. Stimolati nella discus- sione dall’autore di questo libro, ma liberi di focaliz- zare l’attenzione sui temi che loro stessi ritenevano più importanti, questi dieci esperti hanno fruito di una hanno anche prodotto idee che al termine del loro lavo- ro mettono a disposizione della comunità professionali cui appartengono. Il risultato del lavoro svolto in una sede ristretta, dunque, diventa uno strumento per promuovere l’evo- sull’economia e la società. Questo, in sintesi, è il pro- getto “Tlc 2025”, che si è avvalso della sponsorship di Engineering e di contributi da parte delle altre aziende partecipanti. 10 La metodologia La prima tappa del progetto è consistita in un se- minario di una giornata, dedicato ad analizzare la si- che vi operano. La discussione si è poi spostata sulle prospettive future. Ogni partecipante ha contribuito con le proprie idee a focalizzare i temi più importanti su cui concentrare sforzo di previsione. Questi temi sono stati via via trasformati in domande sul 2025: Come evolveranno le infrastrutture di telecomunica- zione? Come evolveranno gli assetti imprenditoriali e i rapporti fra i vari player - ratori, media company, gestori di altre reti e utility, service provider, etc.)? Come cambieranno i modelli di business? In quale misura e in quali ambiti del no- stro sistema produttivo si diffonderanno le metodologie dell’Industria 4.0? Come evolverà l’Internet Delle Cose in Italia? Come evolverà la governance della trasfor- mazione digitale in Italia? Quali saranno i principali effetti economici, politici e sociali dei cambiamenti nel settore delle Tlc? Una volta messo a punto un ampio ventaglio di interrogativi, i partecipanti stessi hanno scritto – nella seconda parte della giornata – le pro- prie risposte e le hanno consegnate al coordinatore del progetto. Nelle settimane successive le risposte sono state elaborate, riorganizzate per tema e trasformate in un secondo questionario, che conteneva tutte le ipotesi previsionali emerse dalla prima giornata.Si è svolto
  • 6. 11 dunque un secondo seminario, in cui sono stati in pri- mo luogo discussi gli argomenti principali emersi dalla prima fase di consultazione. Alla discussione ha fatto seguito la valutazione individuale delle idee: ogni par- tecipante, esaminando nel dettaglio il questionario, ha selezionato, nell’ampia messe di idee contenute, quelle che gli apparivano più credibili. Durante il mese successivo è stato predisposto il rapporto di ricerca, composto dalle previsioni che han- parte dei partecipanti al progetto. i risultati sono stati discussi approfonditamente dai partecipanti. Su questo percorso si è però inserito un evento inat- teso che ha cambiato lo scenario economico globale: il referendum britannico sull’Unione Europea, che ha visto la vittoria dell’opzione “Leave” e quindi la deci- sione popolare per il “Brexit”. Vista l’importanza di tale evento, intervenuto dopo che la fase della ricerca dedicata alla produzione delle idee era già avvenuta, è stato introdotto un quesito aggiuntivo, su cui il panel è stato consultato a distanza, in modo da aggiungere una previsione che tenesse conto del cambiamento av- venuto. La credibilità del rapporto previsionale, riporta- to nella prima parte di questo libro, è in primo luo- go direttamente legata alla qualità professionale degli esperti consultati. Alla loro competenza, tuttavia, si ag- 12 Delphi, utilizzata per elaborare lo scenario: - tellettualmente impegnativo della scelta secca fra il “SI” e il “NO ”); – il fatto che nessuno dei partecipanti sapesse chi evita sia le contrapposizioni pregiudiziali, sia un assenso fondato più sul rispetto dell’autorevolezza – la selezione severa di tutte le ipotesi che non rag- giungono un ampio consenso. Il panel di esperti Il progetto ha coinvolto, in qualità di Esperti: Gian -
  • 7. 13 INTRODUZIONE Focalizzati e lungimiranti Le tendenze del mercato globale delle Telecomu- - rio. Disponibili in rete ve ne sono numerosi: da quelli prodotti sistematicamente dalle grandi corporation - - nuti riservati perché più strettamente collegati alle scelte strategiche. - dere in anticipo le tendenze in cui ci troveremo a ope- rare nel medio-lungo termine? Certo, è indubitabile che tutti i paesi saranno attraversati nei prossimi anni dai originale, più o meno accelerata, più o meno redditizia. Il progetto “Tlc 2025” si è posto l’obiettivo di capire le prossimo decennio. Il termine temporale è stato scelto perché fosse nettamente più lungo di quello che viene Nella maggior parte delle aziende, infatti, si ragiona so- litamente sui tre anni; anche laddove si debbano effet- tuare investimenti che danno rendimenti in tempi lun- ghi, raramente si va oltre il quinquennio. Uno scenario 14 di uno scenario italiano impostato in tal guisa sareb- be molto scarso, anche in funzione del fatto che non siamo certo un paese-guida, nell’ambito economico in esame. Proporre un orizzonte temporale più lontano ha quindi il senso di un’operazione culturale: stimolare i allungare il proprio sguardo e a fare uno sforzo di anti- immaginare se e in quale misura la comunità italiana delle Tlc possa essere protagonista dell’innovazione, quali opportunità possa cogliere, quali rischi, peculiari del nostro Paese, debbano essere scongiurati. Un menù italiano frutti: all’interno di uno scenario i cui elementi portanti sono certamente costituiti da tendenze di respiro glo- bale – o almeno continentale, specie sul terreno della conduttore rappresentato dal modo in cui lo sviluppo delle Telecomunicazioni avverrà nel nostro Paese. Limiti e ritardi in alcuni casi, peculiarità culturali in altri, capacità innovative per certi versi inattese in altri ancora. Un menù di undici voci in cui la cucina locale, con i suoi pregi e i suoi difetti, attira la nostra attenzio- ne più del gusto globalizzato. del progetto, condurrò una rapida rassegna di queste
  • 8. 15 voci, in modo da offrire un’immagine complessiva del - pente sviluppo delle Tlc. Il ritmo che in Italia siamo capaci di tenere nel fare innovazione non è, in termini generali, un punto di for- za nazionale. Sullo sviluppo delle Telecomunicazioni e sulla digitalizzazione dell’economia siamo notoria- mente indietro a gran parte degli altri paesi europei. Un 1 segnala che and Society Index) è nel gruppo dei paesi più arretrati. - dia europea sia, e soprattutto, dalle eccellenze. L’unica voce su cui le distanze sono relativamente limitate è il macro-indicatore “Integrazione delle tecnologie di- l’impiego del canale online per le vendite), ma per la semplice ragione che in materia l’intera Ue è abbastan- za attardata. Agenda Digitale 2016. Pubblico e privato, un patto per l’Italia digi- tale, novembre 2016. Da tale rapporto sono riprese le Figure 1 e 2. 16 Figura 1 – Posizionamento relativo dell’Italia sul Desi nel 2015 Figura 2 – Posizione relativa delle regioni italiane sul Desi nel2015 Certamente, segnala il rapporto, vi sono molte dif- ferenze fra le nostre venti regioni, ma comunque, sui cinque macro-indicatori che compongono il Desi, solo sulla già citata voce “Integrazione delle tecnologie di- gitali” cinque nostre regioni si collocano al di sopra
  • 9. 17 Il Rapporto del Politecnico, tuttavia, ci segnala an- che un dato confortante: il ritmo di crescita dell’Italia nell’Indice Desi è uno dei più alti registrati fra il 2013 e accumulato. Un lampo cui la nostra ricerca previsionale dà solo parzialmente credito, poiché il panel ritiene che i tempi dello sviluppo infrastrutturale saranno in Italia più lun- ghi di quanto dichiarato negli intenti: la roadmap del 5G sarà più lenta del previsto e la riallocazione delle frequenze non verrà completata nei tempi annunciati. I primi tre anni, in particolare, saranno quelli decisivi dal punto di vista degli investimenti: dovranno essere utilizzati i 9 miliardi impegnati. - campo le competenze e le capacità operative necessa- rie a realizzare questo programma. Insomma, l’Italia procederà sulla strada dell’innovazione infrastrutturale e della digitalizzazione, ma che riesca ad accelerare i tempi è improbabile. Il tema del ritmo del cambiamento riguarda le in- frastrutture, ma a tutti gli effetti anche l’innovazione organizzativa. Gianni Dominici, nell’articolo scritto per la seconda parte di questo volume, sottolinea che gli anni mancanti all’arco di programmazione europea 2014-2020 – quindi quattro anni, al momento in cui scriviamo – saranno importantissimi anche per l’in- novazione nella Pubblica Amministrazione, l’ultimo treno per non perdere il passo del resto dell’Europa. E 18 con le nostre deboli competenze e capacità organizza- tive, il rischio di fallire è elevato. Fallimento di mercato L’espressione “aree a fallimento di mercato” merite- rebbe di per sé un trattato di economia politica, o almeno un ciclo mandatorio di lezioni di recupero per un nutrito gruppo di economisti, nazionali e non. Il fatto stesso che in molte di quelle aree – in contesti più pudichi denomi- nate “aree bianche” – sia collocata una parte, cospicua e redditizia per il Paese, del nostro tessuto di piccole e medie imprese, testimonia una contraddizione clamo- rosa fra ciò che normalmente si dichiara a proposito di quali siano le forze propulsive dello sviluppo economico e i comportamenti concreti che si è costretti ad adottare per ottenere lo sviluppo stesso. Lo scenario “Tlc 2025” ci segnala un ulteriore ri- schio di fallimento: quello degli investimenti pubblici, che nei prossimi anni andranno a supplire all’assenza di offerta infrastrutturale privata nelle aree a fallimen- to di mercato. Il rapporto previsionale, infatti, pone in pubblico dipenderà in primo luogo dalla disponibilità dare servizio al pubblico e a farsi carico dei costi degli secondo luogo, dal ritmo con cui al potenziamento farà seguito un aumento e uno sviluppo qualitativo dell’of- ferta di servizi delle imprese attraverso la rete.
  • 10. 19 È quindi necessario che il rafforzamento infrastrut- turale si accompagni a un’evoluzione culturale del si- stema economico. Un esito, com’è facile comprendere, non scontato. Il rapporto, in tal senso, sottolinea che convergenza di interessi che favorirà il rafforzamento delle soluzioni di economia mista. Amore e odio Il rapporto delle Telecomunicazioni europee e na- zionali con gli Over The Top Ott al loro apparire erano considerati molto utili perché facevano da propellente all’espansione del mercato e - vi per gli operatori. Poi, i più grandi e i più inventivi fra gli Ott hanno iniziato a offrire servizi alternativi e contenuti, cioè a “mangiarsi” una parte rilevante del business attuale delle Telco, ma anche di quello poten- ziale, in cui avrebbero potuto trovare spazi di crescita molto interessanti. Inoltre, grazie alla natura assai atipica e innovati- va del loro business, questi grandi player globali sono - cali, spostandoli in paesi in cui la tassazione dei redditi da capitale è più favorevole. In tal modo, le condizioni competitive risultano particolarmente sfavorevoli per gli operatori, che invece pagano le tasse localmente. Oltre parte degli Ott si realizza anche sul piano del rispetto 20 delle regole sull’uso dei dati. Il business delle Telco, più vecchio e quindi nato in un contesto di maggior regola- mentazione, soggiace alle regole molto rigorose che l’U- nione Europea si è data, mentre quello degli Ott riesce a sfuggirne, generandone una voce di ricavi importan- tissima e di crescente dimensione, quella dei Big Data. L’Ue e gli Stati che la compongono si stanno po- nendo il problema di regolamentare, tassare e porre in - sione che scaturisce dalla nostra ricerca non lascia mol- to spazio all’ottimismo sui risultati di questa crescente attenzione dei regolatori. È infatti prevedibile che i grandi Ott proseguiranno lo spostamento dall’offerta generalizzata o di nicchia, verso un ruolo più specializzato e aderente alle realtà - strutture). Aumenteranno il proprio peso nell’adverti- sing - ticolare), guadagneranno spazio nei servizi di comuni- sulle capacità innovative basate su tecnologie cognitive e Big Data, come la traduzione istantanea multilingua), ma avranno un peso decisivo anche nei servizi cloud effettiva possibilità di sottrarre ancora business agli operatori è possibile avere dubbi, o immaginare varian- Capuano nel suo contributo a questo volume, ma la previsione di un ulteriore aumento di peso degli Ott è comunque un’indicazione forte con cui confrontarsi.
  • 11. 21 Gli Ott saranno in Italia indispensabili per lo sviluppo economico, ma avranno effetti negativi in termini di mancato sfruttamento economico a livel- lo nazionale dei Big Data, da loro acquisiti in cam- bio dei servizi offerti. Dunque, nonostante la presa di coscienza a livello governativo dei problemi generati dalla posizione degli Ott rispetto agli operatori telefo- nici abilitati, sarà impossibile che nei prossimi anni il da consentire un intervento legislativo teso a ridurre questa asimmetria. Questa, quindi, pur essendo lesiva degli interessi nazionali, rimarrà largamente accettata e gratuito alle cosiddette reti “social”. La gestione della crescente mole e varietà di dati personali generati dalla vita in rete, e quindi delle iden- tità digitali con cui le persone fruiscono di servizi, in- teragiscono fra loro e partecipano alla vita pubblica del proprio luogo di vita, diverrà nei prossimi anni una questione di crescente importanza. Nonostante le iniziative europee e nazionali, la situazione resterà da qui al 2025 squilibrata a favore degli attori econo- mici transnazionali. In Italia, secondo il nostro panel di esperti, si sentirà in tal senso la mancanza di un terzo livello. Se tale sistema venisse a crearsi, gli Ott di oltreoceano verrebbero spinti a federarsi a loro volta, riportando in Italia parte della catena del valore legata all’identità degli utenti. È possibile che un superamento del problema possa venire, anziché da una regolazione più stringente da 22 nazionale), dalla diffusione di soluzioni tecnologiche che consentano una ripresa di controllo delle perso- ne sulla gestione dei propri dati. I dati stessi sono un valore, senza dubbio, tanto per l’economia quanto per la gestione della cosa pubblica, ma è necessario che ognuno di noi recuperi la possibilità di decidere quali amministrazioni) e quali no. Senza ostacolare la logica dell’openness senza offrire deleghe cieche a operatori non soggetti a leggi e controlli da noi condivisi. È una logica di “com- mons”, cui Andrea Casalegno e Gianni Dominici, nella seconda parte del volume, fanno riferimento e che il rapporto previsionale ritiene farà rilevanti passi avanti, in vista del 2025. Incerti o aperti? L’Italia, come ho sottolineato poco più su, avrà il passo di un follower. Lo sarà in primo luogo in termini hard, cioè sul già citato ritmo dello sviluppo infrastrut- turale, ma anche all’interno del processo di ridisegno e consolidamento che investirà le Telecomunicazioni che avverrà in Europa nei prossimi anni. Sia pure con un cammino incerto, in parte anche perché ostacolato dalle autorità continentali, nel 2025 si sarà realizzato un forte consolidamento fra gli operatori tradizionali, che avrà prodotto alcuni attori di dimensioni adeguate alla scala mondiale; in Europa, dunque, vi saranno al
  • 12. 23 massimo quattro operatori. In tale processo, sottolinea il rapporto, le realtà italiane avranno ruoli subalterni. - che in quel processo più soft che sarà la trasformazione digitale. Un processo che parte dalle tecnologie ma trova il suo cuore nella riorganizzazione dei modi di lavorare, nello sviluppo di competenze nuove, nell’adozione di modelli culturali adeguati a un contesto economico mol- - divisione delle informazioni, la collaborazione estromet- tono progressivamente i modelli a compartimenti stagni, rigidi, iper-competitivi, basati sulla detenzione delle in- formazioni più che sulla loro circolazione. L’itinerario della trasformazione digitale del nostro Paese, segnala il rapporto previsionale, verrà in ampia misura tracciato su mappe già da altri disegnate. Per uscire dalla condizione di ritardo persistente, d’altronde, servirebbe una capacità di guida del proces- so trasformativo di cui il Paese non disporrà: in Italia resterà debole ed incerta la governance della trasfor- mazione digitale, ancora negli anni che ci aspettano da qui al 2025. Dubbi in merito alla qualità della go- vernance, d’altronde, è possibile sollevarne anche su scala più ampia, in merito all’Europa: sono quelli che, in questo libro, solleva Gian Paolo Balboni, nel suo contributo sullo scenario competitivo. Sulla qualità della governance non mancano comun- que nel rapporto anche indicazioni più ottimistiche. È infatti ritenuto probabile che nei prossimi anni le scelte di regolazione e di promozione dello sviluppo divengano 24 frutto di processi decisionali più aperti e partecipativi, multistakeholder” in cui la voce dei soggetti privati abbia un ascolto più sistematico e, soprattutto, si abbandonino i modelli di - bontà dei risultati e alla capacità di ridisegnare le azioni concrete. Su un orizzonte di lungo termine, in effetti, si può immaginare che migliori nel nostro Paese anche la è necessario affrontare uno dei temi più interessanti pro- posti dallo scenario “Tlc 2025”: il cambiamento digitale in ambito pubblico. Data Driven Administration - la Pubblica Amministrazione italiana: uno scenario in cui le relazioni fra imprese e P.A. saranno digitalizzate in maniera pressoché totale. Inoltre, attori pubblici e - re servizi basati su piattaforme comuni. Ciò riguarderà, ad esempio, i servizi di trasporto a rete, che potranno essere offerti da soggetti di varia natura, lasciando all’utente la scelta di quali fruire; analogamente, vi sarà collaborazione pubblico-privato sui servizi relativi alla mobilità self-driving. life-event, richiederà però che le informazioni circolino secondo
  • 13. 25 criteri oggi praticati solo in alcuni contesti: secondo una logica di condivisione che spesso le organizzazioni sono riottose ad accettare, tanto sul lato pubblico quanto su quello privato. Dominici sottolinea con forza questo aspetto: la Pubblica Amministrazione si sta attrezzan- do in maniera ormai diffusa, anche se non sempre così Il problema più rilevante è quello sul versante dei soggetti privati, che si avvalgono dei dati messi a di- sposizione dal pubblico ma non sono propensi a resti- tuirli. Il nostro scenario, però, è su questo punto molto chiaro: il tema dell’Open Data si estenderà nei prossimi anni dalla P.A. ai soggetti privati. Ciò riguarderà sia i servizi erogati in concessione pubblica dai soggetti sia i servizi di interesse pubblico erogati da privati, come quelli sanitari. Secondo Dominici, una condivi- sione più allargata dei dati – ovviamente, sempre nel rispetto dei requisiti di privacy – potrà investire settori anche molto diversi: i dati sul consumo di cultura e sulle letture sarebbero utili per formulare le politiche culturali, così come quelli sui veicoli potrebbero aiu- tare la prevenzione degli incidenti e degli infortuni e quindi ridurre i relativi costi, sociali ed economici; e ancora i dati derivanti dalla diffusione della domotica alla rete) potrebbero essere utili sia ai privati, per la razionalizzazione della manutenzione, sia alle ammi- All’ordine del giorno c’è dunque una Pubblica Amministrazione capace di usare le informazioni, sia 26 proprie, sia di provenienza esterna per la presa di de- cisioni. Naturalmente, in questa prospettiva di Data Driven Administration c’è da considerare, come sugge- risce ancora Dominici, la distinzione fra il livello della governance senso stretto). La previsione di Tlc 2025 è che la P.A. italiana farà passi rilevanti in direzione di un model- lo Data Driven, anche se, in questo percorso risentirà della carenza di competenze interne, cui dovrà porre assenti. La sanità sarà su questo terreno un settore gui- da, con una progressiva estensione delle esperienze già esistenti di collaborazione fra organi amministrativi e altri soggetti, inclusi quelli capaci di fornire capaci- tà relative alla Data Science privati che, gestendo strumenti intelligenti e connessi, raccoglieranno enormi quantità di dati, utili al moni- toraggio epidemiologico. Innovazione fatta in casa innovazione che ha forti intrecci sia con le vicende di le nostre aziende come attori di punta), sia con la pos- sibilità di diffusione dell’Industria 4.0. I tempi del po- tenziamento infrastrutturale, e soprattutto l’equilibrio
  • 14. 27 territoriale con cui esso si realizzerà, possono contribu- ire a rilanciare la manifattura nazionale e confermare Il rapporto previsionale tratteggia in primo luogo i driver dell’innovazione sul versante della domotica, vale a dire dell’IoT domestica, che verrà abilitata da una riduzione del costo dei sensori, degli attuatori e dei controller. Tale espansione verrà favorita da vari ele- menti, a partire dalla gratuità con cui verranno spesso rilevati da sensori e dispositivi di controllo). Va inoltre considerato che l’accelerazione verrà favorita dalla for- te diffusione degli smartphone, che rappresenteranno il veicolo per l’adozione rapida delle applicazioni di questo comparto. Gli italiani, in generale amanti dei gadget tecnologici, apprezzeranno assai il fatto di avere nuove buone ragioni pratiche per utilizzarli. - to interesse in Italia, in relazione alla crescente quota di persone anziane presenti nel Paese, sarà quello sa- nitario. L’impatto dell’innovazione nelle telecomunica- zioni sulla salute delle persone più anziane sarà molto rilevante, poiché esse potranno avvalersi di un moni- toraggio continuo delle condizioni di salute presso il proprio domicilio. D’altronde la stessa digitalizzazione delle relazioni organizzative con il sistema sanitario - po in spostamenti e code agli sportelli. Tuttavia, non vanno sottovalutati i possibili incon- venienti che tali innovazioni potranno implicare. Lo scenario ne individua soprattutto due: 28 – da un lato, andrà considerato che il contraltare della - stituito dalla cessione dei Big Data generati dall’end point relative alla privacy andranno quindi gestite con attenzione, poiché rischieranno di complicare la diffusione delle tecnologie domotiche; – dall’altro, andrà tenuto presente che il decollo del mercato digitale, in un paese come l’Italia, risul- terà faticoso e abbastanza differenziato da settore a settore; in particolare, sarà veloce e diffuso nei casi in cui la richiesta di capacità sarà limitata e la fruizione abbastanza passiva, mentre resterà a lun- go più lento laddove richieda il possesso o l’attiva acquisizione di nuove capacità di interagire con gli strumenti e i soggetti dell’offerta digitale. Un problema più generale dell’IoT – che in ambi- to domestico risulterà particolarmente delicato – sarà quello della sicurezza. Il rapporto segnala che nel no- stro Paese mancheranno standard di sicurezza e sistemi - cole dimensioni: tutto dipenderà dal singolo o dalle ca- pacità e competenze del service provider. L’esplosione nel numero dei dispositivi connessi creerà problemi di sicurezza crescenti, con implicazioni sia tecnologiche, sia normative. Secondo il panel di esperti, nei prossimi anni il quadro delle regole sarà inadeguato a facilitare la diffusione dell’IoT, poiché non riuscirà a garantire ai servizi associati all’IoT stesso parametri certi in ter- mini di latenza di disponibilità di banda e di sicurezza.
  • 15. 29 Attriti organizzativi Il problema della sicurezza informatica, comun- que, non sarà certo solo italiano: l’utilizzo sempre più diffuso di soluzioni cloud per il mondo business avrà l’effetto di far focalizzare gli attacchi sull’anello debole della catena: il dipendente. Qualsiasi contromisura tec- nologica resterà anche nel prossimo futuro impotente di fronte alla scarsa consapevolezza, all’ingenuità e agli errori umani. Sul terreno della sicurezza, quindi, come su numerose altre tematiche legate alla trasformazione digitale, i maggiori problemi non verranno certo dagli la mentalità. E qui torniamo a parlare di Italia, poiché lo scenario segnala che gli attriti alla digitalizzazione delle imprese e dell’economia saranno nel nostro caso piuttosto pronunciati, provocando, anche da questo punto di vista, un ritardo nel ritmo del cambiamento. sarà comune a tutti i paesi, ma essa verrà affrontata in forme che dipenderanno largamente dalle differenze nazionali e dai diversi settori economici di applicazione. per rilanciare l’economia italiana: la questione decisiva sarà la capacità del tessuto imprenditoriale nazionale – composto di piccole imprese spesso molto arretrate dal punto di vista organizzativo e della valorizzazione delle nuove tecnologie – di cogliere l’occasione del salto di qualità infrastrutturale per realizzarne uno analogo dal punto di vista dei modelli organizzativi e di business. Anche per le imprese più grandi ed esposte alla 30 concorrenza, comunque, la trasformazione digitale sarà tutt’altro che semplice, poiché metterà in discussione prassi organizzative e disegno dei processi consolida- trattenere l’informazione anziché diffonderla). Ancora a lungo, dunque, si assisterà a disfunzioni e irraziona- lità organizzative di vario genere. Sarà necessario far capire alle imprese italiane che i vantaggi delle innova- zioni, più che sul lato dei costi, della razionalizzazione - Paradossalmente, quel modello di Data Driven Decision che abbiamo visto essere all’ordine del giorno - si in ampie porzioni del nostro sistema delle imprese. Nonostante le crescenti potenzialità informative di- sponibili per le imprese, lo scenario più probabile è che una gran parte degli operatori privati italiani resti ancora per alcuni anni molto indietro rispetto ai propri dirimpettai nel mondo sviluppato. Attriti culturali - dato nel prossimo futuro dalla trasformazione digitale. Il rapporto Tlc 2025 pone in luce soprattutto due ele- menti che nel prossimo futuro dovranno essere messi al centro dell’attenzione.
  • 16. 31 Innanzitutto, la digitalizzazione implica uno spo- stamento verso un’economia basata sull’innovazione ricorrente. Il ritmo dell’ideazione e della diffusione di nuovi prodotti e servizi si fa via via più incalzante, in - zioni circolano a livello globale. Su questo versante noi avremo al tempo stesso un’opportunità e un problema capace di produrre un “materiale umano” tra i migliori del mondo, ma con un ambiente per la creazione, cura e sviluppo degli start up tra i peggiori al mondo. In assenza di un adeguato ecosistema di venture capital, saranno sempre più importanti le iniziative a supporto - ri, etc.). Diversamente, correremo il rischio di produrre all’estero delle persone o l’acquisizione delle migliori startup da parte di gruppi esteri), assumendone così i costi senza goderne i vantaggi. La seconda questione culturale nazionale è quella dell’economia sommersa, un bubbone infetto la cui apertura chirurgica e cura sono state costantemente rimandate ma che, con il progresso dell’economia di- gitale, non potrà più essere lasciato in secondo piano. È infatti molto chiaro che numerosi fra i principali identità digitale, condivisione dei processi, e-payment, openness, etc.), per quell’ampia quota degli operatori economici italiani che operano, del tutto o in parte, nell’area dell’economia sommersa rappresenteranno inconvenienti da evitare. Quanto più forte sarà la re- 32 sistenza di questa parte dell’economia, tanto più lenta procederà la digitalizzazione. Alcune avvisaglie del tradizionale del nostro Paese e la forza lacerante dei nuovi modelli di business si sono già avute, in partico- lare nel comparto del trasporto urbano delle persone; ma la diffusione del problema si sta già manifestando nell’ambito dell’ospitalità turistica e della ristorazio- ne. Trascurare la questione potrebbe rappresentare nei prossimi anni per l’Italia un errore esiziale. L’eccezione progettuale Al quadro non particolarmente esaltante che lo sce- nario traccia circa la capacità di trasformazione digitale del nostro sistema delle imprese fa eccezione l’affresco “’Industria 4.0”. Il primo, eclatante motivo di eccezionalità sta nel fatto che su questo terreno l’Italia avrà una capacità progettuale pubblica, una di quelle “politiche industria- li” tanto presenti nel dibattito pubblico degli ultimi de- cenni quanto assenti nella pratica. Il secondo aspetto rimarchevole è che tale visione, già oggi oggetto di esplicito apprezzamento dal versan- te delle imprese, rappresenterà una spinta propulsiva per l’innovazione, soprattutto sul terreno sul versante nella trasformazione. Le Pmi, in effetti, rappresente-
  • 17. 33 Le grandi industrie italiane si doteranno di soluzioni e metodologie di Industria 4.0, acquisendo le offerte dei grandi vendor mondiali, mentre le Pmi avranno - mento, per ragioni in parte culturali, in parte economi- che. È prevedibile che nel 2025 le Pmi che adotteranno nostra popolazione di imprese. Eppure, come enfatizza Ezio Zerbini nel suo contri- buto, questa trasformazione porterebbe alle Pmi stesse - terizzata da un sistematico ricorso alla formazione e del lavoro, per la sicurezza del lavoro, per il comples- sivo sviluppo formativo che tale modello presuppone. La parte più dinamica del parco Pmi, inoltre, userà il passaggio al modello 4.0 per inserirsi a pieno titolo I settori più avanzati in tal senso saranno il design, la moda, il lusso, la mobilia, ma anche la meccatronica e l’aerospaziale. La questione più delicata è che le Pmi saranno prive delle risorse e delle competenze necessarie ad assume- re la guida e gestione del processo e avranno dunque la - ancora Zerbini, implicherà la cessione di valore, oltre 34 L’asset nella manica Un altro aspetto per il quale lo scenario italiano presenta ottime prospettive è relativo al mercato dei contenuti media. Si tratta, va detto prima di ogni altra cosa, di un mercato che sta già andando bene. I dati di Assinform-Netconsulting testimoniano di una crescita - chi anche superiori negli ultimi due. Sul complesso del di cinque anni prima. Figura 3 – Il Global Digital Market in Italia fra il 2010 e il 2015 Il mercato dei contenuti, tuttavia, presenta nel no- stro Paese una forte peculiarità, a causa dell’intreccio perverso fra comunicazione e politica che ha caratte- - simo decennio è dunque quella della “convergenza”
  • 18. 35 verso un modello più europeo, con più opportunità e minori barriere all’ingresso. Inoltre, si tratta di cogliere l’occasione della trasformazione in corso, che vede una marcata perdita di nitidezza delle distinzioni tradizio- nali fra tipologie di player, aprendo la strada a forti riassetti strutturali. Anche se una quota decisiva del mercato italiano dei contenuti è basato sull’importazione, per i prossimi la componente endogena acquisirà un peso crescente. In primo luogo, infatti, va considerato che molti fat- tori congiureranno a favore di una caduta delle barriere segmento di mercato. Da un lato, si diffonderanno i sistemi di traduzione automatica che faciliteranno sia la circolazione dei contenuti prodotti nel nostro Paese, sia l’ingresso di contenuti dall’estero e quindi la “contaminazione” e lo stimolo alla nostra produzione. Dall’altro, si rafforzerà la tendenza alla crescita degli user generated content, fenomeno certo non nuovo ma che acquisirà via via più forza con la diffusione dei nuovi device. Questi, infatti, rendono ancora più sem- plice l’autoproduzione, soprattutto da parte delle fasce giovanili, che produrranno contenuti destinati in pri- mo luogo ai propri coetanei. Lo scenario previsionale, comunque, sottolinea che gli user generated content verranno sempre più valorizzati anche dagli Ott, che avranno interesse per i contenuti prodotti in Italia. D’altronde, un’altra indicazione forte del rapporto attiene alla sfera del marketing dei contenuti di qualità che l’Italia sarà in grado di offrire nel mercato inter- 36 nazionale da qui al 2025. Secondo gli esperti, infat- ti, le organizzazioni del settore storico, archeologico e museale, ad esempio, coglieranno da qui al 2025 le grandi potenzialità offerte dall’innovazione digitale, sviluppando servizi digitali avanzati in grado di rag- giungere target mondiali. Le stesse istituzioni culturali pubbliche potranno diventare player rilevanti del mer- cato dei contenuti, grazie ai loro enormi asset. Anche il settore turistico sarà in grado nei prossimi anni di far evolvere la propria offerta in chiave di digitalizzazione e innovazione dell’offerta. Sulla domanda di contenuti prodotti in Italia si con- sumerà nei prossimi anni un paradosso. La previsione, infatti, è che l’Italia, in funzione del grado di scolariz- zazione più basso della media europea e della debole propensione alla lettura e al consumo di cultura, avrà un mercato digitale dei contenuti culturali relativamen- te debole e più lento nel crescere. Tuttavia, grazie allo sviluppo digitale, questo comparto avrà l’opportunità di esportare prodotti per l’intrattenimento e per la cul- tura verso i paesi in cui vi sono comunità di origini italiane, come l’America Latina, gli Usa e l’Australia. Nei prossimi anni, comunque, il mercato dei conte- nuti sarà sottoposto in generale a una forte dinamicità, frutto di spinte contraddittorie: assieme all’autoprodu- zione, si assisterà a una marcata penetrazione nei mer- cati nazionali da parte dei grandi player internazionali, tensione fra le potenzialità decentratrici di Internet e la tendenza dei player più forti a concentrare, a raffor- zare la tutela del copyright. Anche il mercato italiano
  • 19. 37 si troverà in una situazione di cambiamento ricorrente, con il rafforzamento dei grandi marchi e con la nascita al tempo stesso di nuovi player nazionali. Non va sottovalutato il fatto che l’appetibilità eco- nomica del comparto stimolerà dinamiche di natura - teranno la produzione di contenuti digitali a trovare - mente un osservatore attento come Luca De Biase a sono moltiplicazioni2 e alcune aggregazioni rischiano di essere prive di vantaggi, tanto per i clienti, quanto per l’assetto complessivo del mercato digitale. Dal possesso all’accesso Un’altra riflessione interessante che il rapporto previsionale stimola riguarda i clienti del digitale. I consumatori italiani sono stati leader globali nella dif- fusione delle prime ondate di device mobili. Rispetto ai consumatori europei, però, gli italiani usano poco Internet e utilizzano poche connessioni in banda larga: eccellono quindi in termini di “possesso” dei device, ma non di “accesso” alle reti. Chiedersi come evolve- ranno i loro comportamenti da qui al 2025 era quindi una domanda strategica. La situazione di partenza è, in termini quantitativi, decisamente vistosa. Una forte distanza fra l’offerta 2. http://blog.debiase.com/2016/12/14/mediaset-telecom-italia-vi- vendi-le-somme-non-sono-moltiplicazioni/ 38 fruizione da parte delle famiglie non è certo un dato inconsueto in Europa, come mostra un recente studio 3 seguente, però, in Italia il confronto fra copertura e utilizzo è impietoso: non solo abbiamo la copertura mi- nore di tutta Europa, eccezion fatta per la Grecia, ma anche una quota di utilizzo effettivo ridotta ai minimi termini, anche qui in compagnia della Grecia. Figura 4 – Percentuale di abitazioni coperte e che utilizza- L’idea dominante nel panel è risultata quella per - sesso, scarso accesso) resterà sostanzialmente presen- te anche nei prossimi anni. I consumatori italiani si confermeranno propensi al possesso di gadget, cosic- ché la vendita di device nel nostro Paese rimarrà nei
  • 20. 39 rimarranno anche relativamente “pigri” nell’accesso ai nuovi servizi. Il decollo dei servizi digitali sarà nel no- stro Paese più lento che altrove, in parte per ragioni di sensibilmente più bassa che in molti altri contesti), in in un contesto economico nazionale che resterà molto debole e incerto. Sugli atteggiamenti degli italiani verso il digitale e i nuovi servizi che esso abilita, tuttavia, sono presen- ti nel gruppo degli esperti anche visioni divergenti. È il caso di Panunzi Capuano, il quale ritiene che non debba essere sopravvalutata la staticità delle abitudini degli italiani. Se è vero che un ragionamento dal lato della domanda induce alla prudenza nella previsione, passando a esaminare la questione dal lato dell’offer- ta, le tendenze di consumo digitale possono assumere un’altra luce. La questione centrale, a suo avviso, è che i servizi oggi messi a disposizione, in generale, non soddisfano bisogni particolarmente rilevanti. Perché possa crescere, è necessario che venga superato questo ostacolo, mettendo a disposizione del mercato servizi di maggior valore, relativi ad ambiti quali la sicurezza, la salute, il risparmio economico: più legati quindi alle esigenze primarie della popolazione. 40 La trasformazione digitale, come abbiamo detto in apertura, è un processo che in larga misura tenderà ad assumere forme omogenee a livello globale. Le con- seguenze del cambiamento, però, verranno declinate in forma peculiare nei diversi paesi. Per l’Italia, come abbiamo visto, vi saranno numerosi elementi di spe- - conomia: dello sviluppo digitale, con il rischio di creare un divario incolmabile con gli altri paesi europei; – inoltre, si creerà una pressione crescente verso mo- delli di policy e di governance che coinvolgano in forma collaborativa i soggetti pubblici e quelli pri- quanto per integrare i sistemi informativi e offrire alternative di servizio alla popolazione; – un’altra questione centrale sarà il mutamento dei modelli organizzativi, della cultura economica e delle competenze, nell’ambito sia della grande che della piccola e media impresa; – l’adozione dei modelli di Industria 4.0 rappresen- terà un capitolo particolarmente delicato, poiché implicherà un forte impegno per lo sviluppo di una più dinamica e competitiva della nostre Pmi sotto il controllo di gruppi internazionali; – la digitalizzazione rappresenterà una grande oc- casione di cambiamento della nostra Pubblica
  • 21. 41 Amministrazione e del rapporto di questa con il cittadino; - dante” per le imprese, per certi versi particolarmen- di sharing delle informazioni, cui invece la P.A. aderirà in misura sostanziale e crescente); – la cultura sottesa al nostro sistema economico sarà il sistema stesso al sostegno dell’innovazione e di curare la piaga dell’economia sommersa, incompa- tibile con un sano sviluppo dell’economia digitale; – ancora, l’Internet of Things avrà valenze strategi- che per il nostro Paese, da un lato in termini di va- lorizzazione di alcune eccellenze del nostro sistema produttivo, dall’altro come strumento di risposta a - chiamento della popolazione); - e alla sicurezza delle informazioni personali da un lato, dall’altro i limiti di competenze cognitive che rallenteranno alcune tipologie di innovazione); – con lo sviluppo della comunicazione digitale, come abbiamo detto, si apriranno grandi opportunità per il mercato italiano dei contenuti, sia in termini di innovazione interna, sia in vista dell’esportazione; - zione della relazione fra domanda e offerta di servizi digitali, poiché senza tale evoluzione vi sarà un forte rischio di ristagno del mercato di codesti servizi. 42 Come detto in partenza, il menù dell’innovazione digitale all’italiana è ricco e variegato. Se vogliamo sederci alla tavola della trasformazione digitale con i nostri commensali internazionali, dovremmo mettere la massima cura nella preparazione di ogni piatto, in maniera che abbiano tutti il sapore del cambiamento.
  • 22. LO SCENARIO PREVISIONALE a cura di Stefano Palumbo
  • 23. 45 1. LE TENDENZE DELLA TECNOLOGIA LO SVILUPPO INFRASTRUTTURALE Tecnologie onnipresenti4 Gli anni che ci separano dal 2025 saranno scanditi da una crescita pervasiva della comunicazione mobile. L’esplosione delle Telecomunicazioni, peraltro, giun- gerà a maturazione anche prima del termine su cui è centrata questa ricerca. La tecnologia mobile più avan- zata sarà infatti onnipresente nel mondo entro il 2020: cosicché, nello stesso anno, vi saranno 9 miliardi di dati mobile sarà generato da smartphone. Per il 2025, poi, le sottoscrizioni legate a uno smar- e Africa. strea- ming e dalla sempre maggiore prevalenza di video nei contenuti online. 4. I dati proiettivi riportati nel paragrafo, tratti da Ericsson Mobility Report 2015, sono stati discussi e condivisi dal panel, che ne ha invece scartati altri, di quella come altre fonti. 46 la crescita dell’offerta infrastrutturale sarà anch’essa molto accelerata. Le reti consentiranno nel 2025 un oggi. I tempi di questo sviluppo in Italia saranno più lenti di quanto dichiarato negli intenti: la roadmap del 5G sarà più lenta del previsto e la riallocazione delle frequenze non verrà completata nei tempi annunciati. A prescindere dai ritardi, nel 2025 il 5G rappre- senterà comunque il nuovo standard di tecnologie di accesso radio, permettendo di combinare le tecnolo- gie precedenti in un’unica soluzione. Le soluzioni in tecnologia 5G troveranno applicazione anche in logica wireless local loop per servire il mondo residenziale. Con le reti in versione 5G, come è oggi per il 4G, il confronto tra Europa e Usa mostrerà una velocità maggiore nel nostro continente. Soddisfazione totale Le reti di accesso, sulla spinta della crescente of- continueranno ad avere un’evoluzione velocissima. Nel 2025 le dorsali e le reti di accesso saranno prevalen- - abbastanza capillare da poter soddisfare totalmente le esigenze di business.
  • 24. 47 La rete diventerà sempre più un insieme di oppor- tunità di connessione wireless/wired gestite in maniera seamless Oggetti, contenuti, esperienze Lo sviluppo, o l’adattamento, delle infrastrutture copertura a banda larga su tutto il territorio nazionale, d’altronde, sarà indispensabile per ottenere una vera pervasività dell’IoT e delle tecnologie di “realtà mista” Il consumo di banda verrà fortemente accresciuto anche da: – l’aumento della produzione e circolazione dei con- tenuti; vir- tual reality). Il settore a più alta richiesta di banda sarà l’indu- stria dell’intrattenimento. Il fattore abilitante della trasformazione digitale sarà l’architettura di tipo 48 - ma operativo e dallo strato di core. Nei prossimi 9 anni si verificherà un consolida- ): – che di rete di accesso. Sul lato delle reti short range IoT il 5G troverà dif- - ché questi saranno già stati appannaggio di soluzioni Dopo lo sforzo di evoluzione della rete verso la- modalità 5G, la standardizzazione si focalizzerà sui temi di interlavoro e interoperabilità per le soluzioni sw-only. Le architetture di rete degli operatori nel 2025 saranno in gran parte realizzate con soluzioni Nfv Network Functions Virtualization) che permetteranno standard. Alcune di queste funzioni saranno basate su software Open Source. Nell’ambito della gestione delle reti diventerà cen- trale il modello del Cloud Radio Access Network e della virtualizzazione delle celle. Si diffonderà una nuova generazione di protocolli per la distribuzione dei media digitali, adeguata sia alle
  • 25. 49 reti wired che a quelle wireless. Nei prossimi anni si svilupperanno anche standard vi saranno nel 2025 in campo 3-4 tecnologie diverse, la cui interoperabilità sarà assicurata, anziché tramite gli standard, a livello di gateway di interlavoro. Capacità residenti e remote La tecnologia radio più usata nei device sarà quella - mento, oltre che dei più comuni apparati per le comu- elettrodomestici, ebook, TV, etc. I device di accesso in alcuni casi saranno compo- nenti cooperative delle reti, mettendo a disposizione del sistema capacità elaborativa e memoria temporanea, mentre in altri casi saranno meri utilizzatori di capacità remote, fornite dalla piattaforma di rete in modalità virtuale. Il device d’accesso sarà sempre gestito da una connessione di tipo Ip e avrà nel proprio software la possibilità di scaricare embedded app vari servizi che saranno fruiti dall’utente. Il device di accesso ospiterà applicazioni la cui fruibilità, da parte - PC, display televisivi, sistemi di altoparlanti, etc.). 50 Ottimizzati e customizzati I terminali passeranno da capacità di banda demo- - mentare la user experience e l’ottimizzazione delle ri- sorse, d’altronde, i terminali stessi diventeranno, come detto, componenti della rete. La comunicazione bene- di terminali general purpose customizzabili. Nel breve termine, tuttavia si continuerà a regredire verso “silos” verticali proprietari, almeno in alcuni campi. L’utente disporrà di terminali molto customizzati dal punto di vista software, sia come apps/clients, sia come “execution environment” telecaricati dai forni- tori di servizio o dall’utente stesso al momento della sottoscrizione. Macchine complesse, oggetti elementari dei terminali, il grosso delle innovazioni verranno dal- la interconnessione dei dispositivi e dalla capacità di formare macchine complesse collegando oggetti ele- mentari. La possibilità di connessione istantanea tra dispositivi permetterà di creare servizi in maniera sia autonoma che assistita, locale o remota. La rete ad hoc fornita dalla connessione diretta di veicoli automobilistici in circolazione sul territorio sarà -
  • 26. 51 LA SICUREZZA Minaccia e opportunità La sicurezza della rete e dei dati sarà percepita da- fattore differenziante nella scelta di un operatore. Dal punto di vista degli operatori la questione della sicurezza rappresenterà una minaccia, ma anche un’op- bundle in cui un servizio viene erogato con un livello di sicurezza garantito. La digitalizzazione spinta di tutti gli ambiti della vita, investendo sempre più i punti vitali dell’esistenza e della tenuta sistemica di un paese, farà aumentare ine- vitabilmente sia il rischio, sia lo sviluppo delle naturali contromisure. Sarà impossibile, d’altronde, per i sistemi informatici diventare sistemi intrinsecamente sicuri. - rezza, richiederà quindi modelli diversi, meno statici di quelli oggi prevalenti. 52 L’utilizzo pervasivo di soluzioni applicative cloud per il mondo business avrà l’effetto di far focalizzare gli attacchi sull’anello debole della catena: il dipenden- te. Le numerose contromisure tecnologiche ai pericoli - tralizzati, dalle procedure di Ips-Ids basate sull’analisi assessment periodici delle procedu- re di sicurezza implementate all’interno di una unità dei dispositivi portatili cui viene data la possibilità di accedere al patrimonio informativo aziendale – reste- ranno anche nel prossimo futuro impotenti di fronte alla scarsa consapevolezza, all’ingenuità e agli errori degli esseri umani. L’attenzione alla sicurezza sarà peraltro tanto più forte quanto più avranno valore i servizi di cui si usu- fruisce tramite la rete: il valore del servizio sarà infatti il driver principale della crescita della consapevolezza dell’utente rispetto alla sicurezza. Competenze ed esperienze Perché nel parco clienti – in particolare quelli Business – cresca la consapevolezza dei problemi legati alla sicurezza di dati personali e informazioni sensibili sarà decisiva la possibilità di far vivere esperienze con-
  • 27. 53 quanto non riguardanti infrastrutture critiche, ma co- munque rilevanti per chi li subisce) stimolerà comun- que ulteriori iniziative di formazione in ambito azien- anche l’alfabetizzazione del grande pubblico sulle te- matiche legate alla sicurezza informatica. Per favorire una diffusione pervasiva della tecno- logia digitale si punterà sulla cifratura del dato, che garantirà alla quasi totalità degli utenti una sicurezza intrinseca delle comunicazioni. La sicurezza dei dati e delle comunicazioni, tut- tavia, crescerà in un contesto complessivo derivante cifratura delle comunicazioni end to end assai differen- forte, controllata dall’utente per default. Un modello affordance) al proprietario del dispositivo su cui è implementata, e inibirà ad altri l’azione su quel dispositivo. Questo tipo delle imprese diverse da quelle con cui l’utente ha in essere contratti, nonché da potenziali attacchi da parte cracker), ladri e terroristi. La possibilità di proteggere potenziali bersagli a livello del singolo dispositivo: – aumenterà notevolmente il costo dell’attacco; – ridurrà la possibilità di danneggiare i dispositivi 54 stessi nonché i dati che memorizzano, o i processi che controllano; – ogni difesa sarà comunque in gran parte imperfet- ta, in particolare contro un attacco determinato e concentrato, ma ogni abuso sarà più contenuto. Garanzia autoritaria Si eviterà dunque la diffusione del modello op- posto: quello che tratta il proprietario del dispositivo alla stregua del potenziale hacker e permette a una del copyright, o il datore di lavoro del proprietario del l’accesso al dispositivo e gli usi. I problemi derivanti da questo secondo approccio saranno legati alla scar- l’ordine e per la garanzia dei controlli istituzionali. La democrazia come eccezione La possibilità che – in caso di prevalenza del secon- do modello – gli abusi da parte dei governi o di impre- se possano essere adeguatamente vincolati da processi istituzionali e organizzativi sarà infatti molto scarsa e, al massimo, valida al massimo per le democrazie con un solido stato di diritto. Per miliardi di utenti di Internet in paesi con de- bole o nessuna regola di diritto, la disponibilità di una
  • 28. 55 multinazionali, d’altro canto, tenderanno a utilizzare l’arbitraggio giurisdizionale per sfuggire alla regola- mentazione locale. Gli approcci basati sulla blockchain - sieme di: un libro mastro che registra tutte le attività; la - tuali manomissioni; e la distribuzione dell’archiviazione con responsabilità reciproca tra gli utenti, tale che la manomissione di un blocco diventa evidente) forniran- no uno spazio utile per sviluppare “audit trail utilizzati per tenere traccia delle operazioni sensibili) automatizzati, evitando i rischi della centralizzazione. Soluzioni totalmente distribuite, derivate dagli al- goritmi della famiglia “blockchain”, forniranno la base per la realizzazione di: – soluzioni di sicurezza distribuite; – nuovi supporti all’identità digitale; – nuovi meccanismi di gestione delle reti e del Crm. Il menù della sicurezza La sicurezza verrà gestita su più livelli e da parte di soggetti diversi: – da un lato vi sarà la sicurezza della connessione, garantita dall’operatore; 56 – dall’altro, l’Over The Top che fornisce il servizio offrirà a sua volta un sistema di sicurezza collegato all’applicazione. Nel contesto domestico i meccanismi di autentica- zione biometrica costituiranno nel 2025 la base princi- pale su cui costruire le soluzioni di sicurezza. Per il mondo business le soluzioni per la sicurezza saranno soprattutto: – cloud-based; – legate a token di identità personale e sicurezza ge- stiti direttamente dalle aziende. Il processo di dematerializzazione della Sim sarà molto diffuso, diventando così uno dei principali fattori abilitanti dello sviluppo della sicurezza “cloud-centric”. Il tallone d’Achille Non vi saranno nel nostro Paese standard di sicu- di medio-piccole dimensioni: tutto dipenderà dal singo- lo o dalle capacità e competenze del service provider. riconosciute e consolidate, manterrà fragile la qualità di molte applicazioni in termini di sicurezza. La spada di Damocle Sulle attività legate più o meno ampiamente alle te- lecomunicazioni penderà nei prossimi anni la spada di
  • 29. 57 renderà possibile violare in tempo quasi reale le comuni- cazioni protette con algoritmi di cifratura a chiave pub- blica, in pratica quasi tutte le comunicazioni protette, a partire dall’https. Già nei prossimi 5-6 anni cominceran- quantistiche, in grado di sostituire quelli attualmente in uso e di essere inviolabili da parte del CQ. La complessità della generazione delle chiavi quan- - done la distribuzione a una rete ottica specializzata. Questo rappresenterà un nuovo mestiere e una nuova opportunità di business per il settore Ict. La struttura di rete per tale attività sarà di tipo cooperativo-oligo- polistico.
  • 30. 59 2. ASSETTI FINANZIARI E MODELLI DI BUSINESS Tempi tecnici e tempi economici Poiché i tempi del passaggio infrastrutturale dalla quarta alla quinta generazione saranno – come detto – lenti, le due generazioni avranno margini rilevanti di sovrapposizione. Nel periodo considerato, dunque, pro- seguiranno gli investimenti sulle reti mobili di quarta generazione e inizieranno quelli sulle reti di quinta generazione. Il periodo cruciale per gli investimenti pubblici italiani nelle reti sarà il breve termine, tre anni in cui dovranno essere utilizzati i 9 miliardi impegnati. E va tenuto presente che gli attori coinvolti, pubblici e competenze e le capacità operative necessarie a realiz- zare questo programma. La valorizzazione degli investimenti infrastruttu- economico) dipenderà dal ritmo con il quale al poten- ziamento delle reti farà seguito un aumento e uno svi- luppo qualitativo dell’offerta di servizi delle imprese italiane veicolata dalle reti stesse. In tal senso, se gli investimenti resteranno privi di un accompagnamen- to in termini di sensibilizzazione culturale e di vera 60 e propria formazione manageriale, nel lungo termine saranno destinati a dimostrarsi poco remunerativi. Patchwork network La valutazione degli investimenti in infrastruttura di accesso, da qui al 2025, terrà conto della necessità di utilizzare modelli misti, per erogare servizi di accesso Si assisterà a un crescente sviluppo di soluzioni basate sul principio della “messa a valore delle risorse sottoutilizzate”, secondo lo stile della sharing economy. - nale, fortissima instabilità politica), proseguiranno gli Fiber To The Node - Fiber To The Building e To The Home). Cresceranno inoltre gli investimenti in Fixed Wireless Access, una soluzione che: – consentirà il completamento della copertura Fttn/ Fttb; – in alcuni casi, costituirà un’alternativa commerciale all’accesso wireline Si diffonderanno anche soluzioni basate sul mecca- nismo di networking locale short-distance.
  • 31. 61 La network quality continuerà a essere un fattore critico di successo per gli operatori: gli investimenti nel potenziamento delle reti continueranno quindi ad avere un peso determinante nel budget degli operatori di Tlc. Allo stesso tempo, data la situazione di mercato e la conseguente riduzione di marginalità, gli operatori avverrà in direzione di: – migrazione su reti all-Ip; – virtualizzazione delle reti; – maggiore condivisione delle risorse e outsourcing come una competenza core). Accelerazione politica Seguendo la regolamentazione europea, gli inter- ottica nelle “aree a fallimento di mercato”. Gli investimenti pubblici, quindi, risponderanno in ampia misura a un’esigenza di accelerazione di natura digital divide) che di mer- cato, un’accelerazione il cui vantaggio si inquadrerà - terà, in alcune aree, di fare esperienza di capacità per le quali esisteranno pochi servizi in grado di trarne veri vantaggi. 62 Gli obiettivi dell’Agenda Digitale italiana, in par- ticolare in riferimento all’esigenza di “rimediare a un gap infrastrutturale e di mercato, creando le condi- zioni più favorevoli allo sviluppo integrato delle infra- ”, comun- que, non verranno raggiunti entro i termini temporali Gli investimenti pubblici si orienteranno solo sulla e al loro sviluppo verso il 5G. Nel caso in cui l’intervento sarà “diretto”, ovvero- - vento stesso sarà condizionata dalla disponibilità degli servizio al pubblico e a farsi carico dei costi degli ap- backhaul nel caso in cui l’intervento diretto non li pre- veda all’origine. - miche persistenti produrranno una convergenza di interessi che favorirà il rafforzamento delle soluzio- ni di economia mista. La contrazione delle risorse economiche disponibili per investimenti, infatti, pro- seguirà nei prossimi anni e genererà la necessità di innescare collaborazioni tra il sistema pubblico e il sistema privato.
  • 32. 63 Il contesto delle telecomunicazioni, una vol- ta ben descrivibile e delineabile entro un confine preciso, sempre più sarà fluido, senza contorni: le Telecomunicazioni saranno Tv, energia, servizi di si- curezza e sorveglianza, sensoristica, informazioni sul Si passerà anche in Italia dal modello attuale in cui le sinergie avvengono in maniera verticale solo - comunicazioni, energia, gas) al modello adottato in alcuni paesi del Nord Europa, basato sugli incentivi alla condivisione delle infrastrutture in maniera oriz- zontale tra telecomunicazioni, energia, riscaldamento/ cogenerazione, gas, acqua, etc. Pressioni simmetriche L’adeguamento delle infrastrutture di telecomuni- cazione continuerà a essere spinto dai modelli di bu- soprattutto dalle media company). Le Ott saranno fon- damentali per l’attrazione e il mantenimento di clienti sulle reti, anche se porteranno costanti squilibri nel business delle Telco. In ambito mobile, inoltre, l’av- vento della “soft Sim 64 equilibri tra i vari player operatori ed Ott). Va tenuto presente che, nonostante i cambiamenti di scenario competitivo appena descritti, le politiche economiche italiane continueranno a basarsi sulla di- stinzione fra segmenti industriali quali gli operatori di broadcaster, tutti destinati a sparire nel corso del prossimo decennio. Sempre di più, inoltre, i gestori dell’infrastruttura – da una parte dagli Ott; – dall’altra dai vincoli regolatori. Penetrazione pervasiva Dall’alto della value chain, i grandi Ott prosegui- ranno lo spostamento dall’offerta, generalizzata o di nicchia, verso un ruolo più specializzato e aderente alle - frastrutture). Per questa tendenza il ruolo dei regolatori sarà fondamentale per favorire, od ostacolare, tanto il consolidamento di questi player dominanti, quanto la nascita di nuovi soggetti. Nell’advertising, inoltre, il ruolo degli Ott diventerà più pervasivo, via via che essi guadagneranno quote di mercato a scapito degli operatori media. Anche sul piano dei servizi, il ruolo degli Ott sarà diventato nel 2025 molto più importante di ora. Google fornirà la comunicazione interpersonale, con focus su
  • 33. 65 capacità innovative basate su tecnologie cognitive e Big Data, come la traduzione istantanea multilingua. Amazon, stando all’interno del settore Ict, sarà leader indiscusso mondiale per i servizi cloud. Il ruolo degli Ott in Italia resterà quello che han- no in quasi tutti i paesi nei quali non si sono svilup- pati forti Ott locali: monopolisti, od oligopolisti, con base all’estero. Saranno indispensabili per lo sviluppo economico del Paese, ma avranno effetti negativi in termini di mancato sfruttamento economico a livello nazionale dei Big Data acquisiti in cambio dei servizi offerti. Anche il peso degli Ott sul mercato italiano dei me- stesso sarà ancora gestito da attori nativi nel settore. Nonostante la presa di coscienza a livello gover- nativo dei problemi generati dalla posizione degli Ott rispetto agli operatori telefonici abilitati, nei prossimi nove anni il Paese non riuscirà ad acquistare una sen- - tervento legislativo teso a ridurre questa asimmetria. Essa, d’altronde, pur essendo fortemente lesiva degli interessi nazionali, rimarrà largamente accettata in gratuito alle cosiddette reti “social”. 66 La necessità di mantenere le garanzie di libertà di contenuti indipendentemente dall’operatore di accesso media company”) impedirà alle media company, che avessero eventualmente un rilevante potere di controllo su una TelCo, di eserci- concorrenti. Quindi, la rete, in quanto tale, sarà priva di rile- vanza strategica per le media company: l’interesse delle media company a distribuire i propri contenuti attraver- broadcast e unicast, sia sulla di essere o meno azionisti delle TelCo che controllano le reti di trasporto o diffusione. Tale situazione verrà mantenuta e ribadita dalla regolamentazione europea sulla neutralità della rete in corso di approvazione. Scala mondiale Da qui al 2025 il panorama delle Telecomunicazioni sarà oggetto di un forte processo di concentrazione. In Europa, dopo anni di incertezza e indeterminazione, si sarà realizzato un forte consolidamento fra gli ope- ratori tradizionali, che avrà prodotto alcuni attori di dimensioni assolutamente rilevanti su scala mondiale. In Europa vi saranno al massimo quattro operatori,
  • 34. 67 come negli Usa. Nel mondo nordeuropeo/scandinavo vi sarà un singolo operatore integrato. Telefonica si sarà allargata in gran parte del Sud America. Le realtà italiane avranno ruoli subalterni nel pro- cesso di consolidamento degli operatori europei. Valore disperso Gli operatori delle Telecomunicazioni, che avreb- bero la possibilità di assemblare dati di tipo molto diverso, realizzando quindi proprio l’operazione che rappresenta il valore aggiunto della logica dei Big Data, resteranno nei prossimi anni bloccati dalla regolazio- ne nazionale e internazionale. L’evoluzione su questo terreno sarà modesta, sia per la generale lentezza delle decisioni istituzionali, sia per la scarsa pressione in tal senso da parte del mercato. Per le Telco, dunque, i Big Data resteranno nel 2025 una linea di ricavo di modesta importanza: la direttrice principale di sviluppo riguarderà piuttosto l’offerta di contenuti. Modelli di integrazione Le fusioni societarie sposteranno sempre più il quadruple play - so Internet broadband, televisione, telefono e servizi wireless) o il 5-play se si considera anche l’offerta inte- grata di realtà mista a supporto, ad esempio, dei social. 68 I servizi a “qualità assicurata” continueranno a es- delle aziende anche oggi operanti nel settore. I limiti normativi saranno tali che le multiutility saranno in genere disincentivate dalla valorizzazione e l’inizio del millennio nel mercato delle Tlc: questa evoluzione resterà quindi di scarsa portata. L’ingresso dei cinesi nel mercato delle utility nel ruolo di fornitori di servizi avrà, da qui al 2025, un successo marginale, Si svilupperanno molto i ruoli di Virtual Service Provider, ad opera di soggetti che sfrutteranno il pro- prio brand - slice”), sia da Telco, sia dai vendor che offriranno managed network. A livello europeo proseguirà nei prossimi anni la spinta a ridisegnare il rapporto fra l’economia conti- gli interventi normativi, disegnati a livello comuni- tario e poi applicati tramite legislazione nazionale, non riequilibreranno in misura rilevante le disparità competitive fra le imprese a base europea e quelle di oltreoceano. Per riequilibrare le condizioni concorrenziali nel mercato della banda larga domestica verrà messa a punto una combinazione di:
  • 35. 69 – regolamentazione dei servizi di interconnessione e interoperabilità a condizioni non discriminatorie; – un subset di regole sulla net neutrality che impe- discano la discriminazione tra applicazioni e con- tenuti, favorendo quindi un’effettiva possibilità di competizione fra service provider. A livello Ott la normativa resterà a lungo prati- camente inesistente, continuando a focalizzarsi solo sulle Telco. Proseguiranno quindi gli effetti negativi derivarne la riduzione dei margini delle Telco, con la conseguente carenza di investimenti strutturali, di cui l’Italia soffrirà ancora a lungo in maniera particolare. Nel 2025 si saranno affermati nuovi modelli di bu- siness, afferenti a due situazioni estreme: – i Wholesale Access Provider network company), un modello in cui l’operatore è privo di controllo sulla customer interface; – i Digital Service Provider, operatori sempre più sbi- lanciati sulla vendita di servizi a valore aggiunto e contenuti. Il modello prevalente sarà comunque il secondo, ovvero quello della trasformazione da Communications Service Provider a Digital Service Provider. 70 Personalizzazione e agilità La principale novità dei prossimi anni sarà rappre- sentata dalle Sdn, grazie alle quali, in linea di massima, ciascun utente o fornitore di servizi trasmissivi potrà variare le caratteristiche del servizio, in forme sempre - La cosa sarà di particolare interesse anche per le reti distributive interne a un data center, servizi cloud ven- dor di architetture cloud e architetture di switching. Connettività personale Nascerà un nuovo layer di operatori di connettività personale che si appoggeranno sul layer infrastruttura- - le in modo ottimizzato, e che potranno quindi garantire l’erogazione di un accesso in banda larga a prescindere dal luogo dove il subscriber si trovi. Avremo quindi offerte in bundle di operatori Tlc che garantiranno banda e servizi associati a livello personale. Tali offerte saranno slegate dalla zona ge- ovunque.
  • 36. 71 Esplosione d’offerta Lo sviluppo di una nuova generazione di rete, che abbatterà drasticamente il costo di “operation”, produr- - vizi ad oggi irrealizzabili su reti a “kilobit per secondo” saranno disponibili su reti a “gigabit per secondo”. Lo sviluppo di logiche di offerta “alla piattaforma”, con meccanismi di provisioning molto semplici e in tempo reale, abiliterà la nascita e lo sviluppo di ecosi- stemi per la fornitura di intere classi di nuovi servizi. Questi sviluppi saranno la base per una ricorrente na- scita di nuovi modelli di business, in grado di estrarre valore dal processo con approcci diversi dal passato: soluzioni tecnologiche di tal genere, infatti, abbasse- ranno in maniera drastica le barriere di entrata per gli quel momento inesistenti. Verranno diffusamente adottati modelli di business assai più aperti, basati sulla collaborazione tra diversi emergente sarà quindi quello di gestire l’ecosistema dei mercati verticali. Le infrastrutture dedicate alla gestione dei modelli - sibili: i sistemi It saranno dotati di interfacce standard 72 per consentire l’integrazione con le terze parti coin- volte nell’erogazione dei servizi e le risorse It e di rete dovranno essere erogate con elasticità e flessibilità
  • 37. 73 3. LA REGOLAZIONE E LE POLITICHE IL RUOLO DELL’UNIONE EUROPEA Forza interna delle Tlc sarà assai pronunciata, paragonabile a quella di molti altri settori della nostra economia. L’Ue avrà infatti nei prossimi anni la responsabilità e l’iniziativa nella regolazione di varie questioni strategiche relative alle Telecomunicazioni: in materia di concorrenza e Big Data e, in relazione a ciò, della garanzia della pri- vacy. Un’altra delle arene di confronto normativo dei prossimi anni riguarderà il tema della net neutrality zero rating” e il “content monitoring”). A fronte di una governance centralizzata, gli Stati membri avranno semplicemente la responsabilità del recepimento delle direttive comunitarie. Le scelte degli enti regolatori europei avranno effetti sostanziali per i mercati nazionali delle Telecomunicazioni. Da qui al 2025 l’attitudine regolatoria dell’Ue su- birà una rilevante evoluzione: l’approccio dirigistico verrà sostituito da un modello molto più condiviso che porterà a strategie solide, capaci di favorire cambia- 74 La scarsa capacità dell’Ue di incidere a livello so- vranazionale, però, le impedirà di svolgere un ruolo davvero protettivo degli interessi degli Stati membri nei confronti dei grandi attori globali. In effetti, uno dei principali problemi per la regolazione europea risiederà nel fatto che resterà impossibile sanzionare o forzare i soggetti inadempienti. Il ruolo principale dell’Ue sarà quello di stipulare accordi transnazionali per la condivisione delle rego- le di gestione dei dati personali. Nel prossimo futuro il quadro di riferimento sarà costituito dal Privacy Shield. Uno stesso percorso, un passo diverso L’itinerario della trasformazione digitale del nostro Paese verrà in ampia misura tracciato su mappe già da altri disegnate. Le differenze fra il contesto italiano e le tendenze globali si porranno più in termini di diverse velocità di sviluppo che in chiave di differenti percorsi evolutivi. L’arretratezza digitale del nostro Paese ci manterrà – ancora nel 2025 – in una condizione di “follower di vera e propria subordinazione) rispetto ai paesi in cui il digitale è prassi culturale da almeno un decennio.
  • 38. 75 Sovrapposizioni e confusioni Per uscire dalla condizione di ritardo persistente, d’altronde, servirebbe una capacità di guida del proces- so trasformativo di cui il Paese non disporrà: mancherà in Italia una vera capacità di governance della trasfor- mazione digitale, nel 2025 come oggi. In effetti nei prossimi anni continuerà la sovrappo- sizione di soggetti diversi e una confusa divisione delle responsabilità per la governance. Questa confusione resterà uno dei principali ostacoli all’accelerazione del- la trasformazione digitale. Più snelli, più trasparenti Negli anni che ci separano dal 2025, tuttavia, que- sta situazione sarà soggetta a un’evoluzione positiva. L’innovazione nel modello di governance si baserà su una più nitida assunzione da parte dello Stato del ruolo - Spid), con forte trasparenza sulle modalità decisionali dei privati. Nei prossimi anni nelle politiche pubbliche a soste- gno del mercato verranno introdotti modelli di azione tipici dell’innovazione “snella”. Infatti, sarà impossibile - mine: si avrà invece bisogno di fare frequente ricorso 76 risultati e soprattutto della capacità di ridisegnare le azioni concrete. Una strategia focalizzata La governance della trasformazione digitale, an- ziché limitarsi a intervenire sulla P.A., si porrà come un’azione trasversale a diversi settori. Le iniziative saranno focalizzate su una gamma li- mitata di temi di rilievo: uno di quelli su cui nei pros- simi anni si punterà di più farà riferimento al modello dell’Industria 4.0. Fra le principali scelte dell’attore pubblico su questo terreno, vi sarà quella di facilitare l’adozione delle metodologie di Industria 4.0 da parte delle Pmi. Certezze mancanti Un tema ampio e articolato su cui il regolatore pubblico dovrà intervenire è quello dell’Internet delle nazionali ed internazionali. Nei prossimi anni il quadro delle regole sarà ina- deguato a facilitare la diffusione dell’IoT, poiché non riuscirà a garantire ai servizi ad esso associati parame- tri certi in termini di latenza di disponibilità di banda e di sicurezza. I parametri con i quali regolamentare i servizi di trasporto abilitanti per l’IoT dovranno infatti
  • 39. 77 esempio al servizio di informazione dell’utente circa le possibili situazioni emergenziali: queste, nonostante non necessitino di una grande quantità di banda, de- vono avere latenza quasi nulla e garanzia di recapito degli avvisi; mentre per servizi di tipo sanitario sarà più importante disporre di maggiore qualità di banda). Un ruolo molto importante per l’IoT sarà svolto, ad esempio, dalla regolamentazione che indirizzerà settori applicativi estesi come quelli sul controllo dei consumi nuova costruzione. Multistakeholder L’organismo di governance complessivo della vita digitale italiana sarà rappresentato da una comunità multistakeholder; di tale organismo faranno parte: – le rappresentanze istituzionali; – i soggetti economici; – le rappresentanze di reti di utenti. Le comunità industriali supporteranno il ruolo dei regolatori suggerendo loro i principi su cui basare la regolazione. Nel nostro Paese, al tempo stesso, resterà assente un soggetto capace di aggregare le competenze indu- striali con quelle universitarie e della ricerca, indiriz- zandole verso i settori in cui sia più opportuno con- centrarsi. 78 Relazioni digitali In termini generali, le relazioni operative fra pub- blico e privato progrediranno in maniera decisiva nel corso dei prossimi anni. Le relazioni della P.A. con il mondo delle aziende, infatti, saranno nel 2025 digita- lizzate in amplissima quota. La collaborazione fra attori pubblici e privati per- metterà di erogare servizi unitari verso le imprese e i cittadini che superino proprio la dicotomia pubbli- co-privato, per modellarsi sui life-event. Fra i servizi organizzati in tale maniera, vi saranno: – servizi di trasporto integrati sulle reti pubbliche e private; – servizi relativi alla mobilità self-driving - gio embedded del codice e della sicurezza stradale, nonché del monitoraggio assicurativo nei software delle automobili). Oligarchia o decentramento I rapporti fra gli interessi privati e quelli pubblici saranno comunque solo cooperativi. Proseguirà infatti nei prossimi anni lo scontro già in atto tra uno svilup- po della rete decentralizzato – e quindi coerente con quella che è stata la genesi di Internet – e un sistema centralizzato oligarchico, legato al più recente sviluppo delle Telecomunicazioni e dell’offerta di contenuti di qualità. Questo rappresenterà il punto nodale su cui si
  • 40. 79 pesantemente lo scenario evolutivo delle infrastrutture e delle ipotesi regolatorie. Le poste in gioco saranno: – il mantenimento di basse barriere all’ingresso per un’attività imprenditoriale decentrata e per il lavoro individualizzato; – la possibilità delle imprese di Telecomunicazioni di introdurre misure di controllo tecniche nelle infra- strutture di base, per differenziare il servizio; – la possibilità di tenere sotto controllo le patologie della rete, quali il crimine informatico e lo spam; – la persistenza di quella parte di Internet che è stato dall’inizio regolato da un’economia dei “commons”; – la possibilità degli Stati di garantire la sicurezza dei cittadini. Sebbene molti attori opereranno per la costruzione di un sistema di controllo basato su una architettura distribuita e robusta, evitando l’accumulo di potere da - sterà instabile per tutto il periodo qui considerato. L’IDENTITÀ DIGITALE Fra etica e relazioni La tendenza della Rete a diventare sempre più il luogo delle relazioni fra le persone, prima ancora che della circolazione di informazioni, porterà il tema 80 dell’identità digitale ad acquisire crescente importanza. Internet diventerà sempre più una realtà sovranazionale capace di assegnare un’identità digitale a tutti i cittadi- ni dei diversi paesi del mondo. Dal punto di vista tecnologico, si diffonderanno su larga scala di soluzioni di identità basate su protocolli estremamente distribuiti, della famiglia del blockchain. Su un termine di tempo lungo, inoltre, la questione dell’identità digitale evolverà, ponendo problemi eti- ci e giuridici molto complessi – quando saremo alla non-guida di un veicolo self-driving e la legge imporrà - - pegnati in una riunione di lavoro in realtà immersiva a migliaia di km di distanza quale sarà l’identità pre- valente ed effettivamente responsabile per il veicolo? Attorno al tema dell’identità digitale ruoteranno la riservatezza delle informazioni di cui essa sarà vei- colo, chi si gioverà di tali informazioni estraendone anni il problema di una identità digitale europea unica, dando una spinta fondamentale per il rinnovo di varie politiche nazionali, fra cui quella italiana. Al centro dell’azione pubblica nei prossimi anni vi sarà il tentativo di garantire l’interoperabilità fra i si- stemi in uso presso i vari stati dell’Ue, per consentire
  • 41. 81 ai cittadini di accedere a servizi erogati dalle Pubblica Amministrazioni dei paesi in cui essi si troveranno a viaggiare o a stabilirsi. Si punterà quindi su soluzioni comuni o federate, che consentiranno un’interoperabi- lità a livello comunitario. Fornitori e consumatori di identità La Pubblica Amministrazione italiana punterà nei prossimi anni ad ampliare l’utilizzo dell’identità digita- le aumentando la gamma di servizi offerti grazie a tale strumento. La capacità degli identity provider di pro- muovere l’Identità Digitale, allargando la base utenti, assieme all’aumento di offerta della P.A., stimolerà le La strategia pubblica sarà nei prossimi anni quel- - vando a quest’ultima una preminenza rispetto al nuovo - One Time Password) in sostanza attraverso la ridenominazione in “Spid di terzo livello”. La differenziazione tra secondo e terzo livello rappre- senterà essenzialmente una forzatura tesa più a dare della Cns che a offrire una maggior sicurezza all’iden- tità digitale del cittadino. Il regolatore pubblico stimolerà, in collaborazione con Banca d’Italia e mondo bancario, la possibilità di 82 utilizzare l’identità digitale per effettuare transazioni di pagamento. Va sottolineato che, accanto all’identità digitale identità personali supportate dai principali player Ott. Queste identità gestite da player privati internazionali diverranno accettabili anche per molti soggetti giuri- dico-economici nazionali. Nonostante le iniziative europee e nazionali, la situazione resterà da qui al 2025 squilibrata a favore degli attori economici transnazionali. Si sentirà in tal nazionali di terzo livello. Se tale sistema venisse a cre- arsi, i grossi Ott statunitensi verrebbero spinti a fede- nel Paese parte della catena del valore legata all’identità degli utenti dei social network e dell’e-commerce. Le istituzioni pubbliche saranno motivate ad af- frontare la questione delle identità digitali dalla neces- sità di evitare che essa resti in mano unicamente al Gsma, agli Ott e ai social network. Si può escludere, d’altronde, che nei prossimi anni si arrivi a una regola- mentazione ex-ante degli Ott, tale da eliminare l’asim- unicamente di azioni ex post, quando sono ravvisati elementi sanzionabili) e i network operator.
  • 42. 83 4. L’EVOLUZIONE DEL MERCATO Esistenza digitale La grande quantità di banda resa disponibile dal- le reti di quinta generazione promuoverà un ulteriore esistenti e la creazione di nuovi. Il potenziamento delle reti trasformerà e arricchirà le offerte commerciali un po’ in tutte le sfere della vita dei clienti. Ad esempio, la rapida espansione della “Personal TV”, consentirà la produzione e la distribuzione in tempo reale di crona- che video di eventi privati o pubblici. Grazie alle innovazioni rese possibili dal poten- ziamento delle reti e dalla trasformazione delle loro architetture, cresceranno molto anche i servizi pubblici legati alla geolocalizzazione e alla prossimità. Vi sarà anche un forte lo sviluppo di sistemi di gui- da automatica dei veicoli, che avranno rilevanti esigen- ze di capacità trasmissiva verso i veicoli circostanti e/o i centri servizi dei gestori stradali. Inoltre, con il progresso delle tecniche e delle tec- nologie digitali in ambito medico nel corso del prossi- mo decennio, nuove protesi ridoneranno a molti disa- bili i sensi perduti. Le innovazioni, d’altronde, favoriranno anche la di- 84 da qui al 2025 i servizi di pagamento digitale cresce- ranno rapidamente. Dall’altro, aumenteranno sensi- bilmente anche le piattaforme tecnologiche legate alla sharing economy. L’individuo e la nuvola Nel 2025 le nostre città di dati che metteranno tutto e tutti in continua e stabile connessione, in ogni luogo, in ogni momento. Alla rete - sistenza medica, il volante della nostra auto, la difesa del territorio. D’altronde, sul lato della domanda, il consumato- re sarà sempre più interessato alla fruizione ubiqua di contenuti a elevata capacità di banda, indipendente dalla piattaforma trasmissiva e dal device utilizzato. E, in effetti, la fruizione ubiqua di tali contenuti si moltiplicherà nell’ecosistema digitale: nuove forme di aggregazione, distribuzione, fruizione, valorizzazione dei contenuti con un’advertising L’accesso ai contenuti sarà quindi sempre più otte- nuto in mobilità e in ogni luogo, grazie a servizi evoluti come la banda larga personale: una banda larga slegata da un punto di erogazione e/o dall’operatore, ma basata sulla persona che fruirà dei contenuti con il suo device tipicamente mobile, anche in casa, con un ‘contratto di banda larga personale’ indipendentemente dall’opera- tore infrastrutturato sottostante.
  • 43. 85 All’individualizzazione del consumo darà rispo- sta la “ assecondare sempre di più gli usi multi-network e multi-device del Consumer: il futuro sarà sempre più un allontanamento dalla tv tradizionale lineare verso lo streaming on-demand, catch-up tv e il mercato del Video-On-Demand a pagamento. Esperienze multiple Si diffonderanno i servizi Omni Channel ai servizi e prodotti dell’operatore da qualsiasi canale, eventualmente iniziando una transazione su un canale e completando la stessa su un altro canale). Va però tenuto presente che, da qui al 2025, la stan- dardizzazione dei sistemi operativi non sarà comunque tale da portare alla possibilità di creare applicazioni universali lanciabili sulle diverse piattaforme dispo- nibili. Casa e lavoro La domanda di connettività, comunque, non cre- scerà solo in funzione della propensione alla mobilità. stessa non saranno del tutto lineari. Va segnalato ad esempio che, in presenza di rapporti di lavoro sempre - zati dall’auto-organizzazione del tempo e dello spazio 86 di lavoro, la quantità di persone che lavorerà a casa pro- pria facendo ricorso alla rete tanto per la ricerca di oc- casioni di lavoro, quanto per lo svolgimento del lavoro stesso, aumenterà lentamente ma in maniera costante. domestica, aggiungendo la necessità di banda delle at- tività lavorative a quella degli usi domestici. Immergersi e dialogare Le forme di comunicazione a distanza saranno nel 2025 totalmente coinvolgenti, grazie anche all’uso diffuso della realtà virtuale. La virtual reality verrà applicata a servizi quali il gaming e il content sharing. Gli ambienti virtuali immersivi, le applicazioni di virtual reality e la condivisione di digital media da par- te degli utenti in ambienti di tal genere, saranno diven- tati nel 2025 mainstream. Questo tipo di applicazioni spingerà il successo sul mercato dei dispositivi wireless usati per il consumo di media in ambiente domestico. Tecnologie di tal genere avranno inoltre un ruolo abi- litante fondamentale anche nell’offerta dei servizi di education e formazione. saranno quelle riguardanti l’interazione stessa con la macchina, che avverrà in linguaggio naturale e consen- tirà di abbattere qualsiasi barriera culturale linguistica e cognitiva.
  • 44. 87 Nei prossimi anni vi sarà un miglioramento qua- litativo dei televisori e dei relativi display attraverso: – il graduale passaggio dal Dvbt al Dvbt2; – Advanced Video coding High Efficiency Video Coding - vorita anche dalla graduale diffusione di contenuti commercializzazione dei primi televisori/proiettori - chia di mercato, sia perché destinato a schermi di dimensioni superiori ai 65”, sia perché richiederà la disponibilità contenuti appropriati); High Dynamic Range) che abiliterà una maggiore gamma dinami- ca delle immagini con uno sfruttamento non lineare della profondità a 10 bit; – la migrazione da Led a Oled; – la sostituzione del display a pannello con sistemi una tendenza molto limitata, da mercato di nicchia, rivolto al consumatore che, in cambio di diagonali superiori agli 80”, accetterà la minor luminosità e il costo dei proiettori ad alta risoluzione). 88 Comodità vs. qualità Aumenterà nei prossimi anni la fruizione video in streaming - passaggio dal modello di fruizione download a quello streaming porterà sempre più l’attenzione del pubblico sulla comodità, a scapito della qualità. Lo standard di - Si svilupperanno ulteriori piattaforme che, in linea e - sare, senza soluzione di continuità, dalla fruizione su terminale mobile a quella su display di dimensioni me- Un limite alla fruizione non lineare del palinsesto televisivo sarà determinato da uno zoccolo duro di te- levisori disconnessi che rimarrà nel 2025 dell’ordine Le tre leve dell’automazione domestica Il prossimo decennio sarà caratterizzato dall’e- spansione dell’IoT domestica, che verrà abilitata da una riduzione del costo dei sensori, degli attuatori e dei controller della rete IoT domestica. Tale espansione, tuttavia, sarà molto favorita anche -
  • 45. 89 ri e dispositivi di controllo) dei servizi cloud necessari per raggiungere in modo trasparente gli end-point via Internet. Va però considerato che il contraltare della - tuito proprio da questa cessione dei Big Data generati dall’end point Le questioni relative alla privacy andranno quindi ge- stite con attenzione, poiché rischieranno di complicare la diffusione delle tecnologie domotiche. L’IoT domestica, inoltre, offrirà nuove e rilevanti funzionalità senza richiedere complessi lavori di pro- gettazione, predisposizione degli impianti domestici e specialisti nella programmazione delle centraline. Sarà una sorta di “Home Automation fai-da-te”, resa possi- bile dalla drastica riduzione del costo dei dispositivi di - cazione della connessione alla rete wireless domestica. - tutto per la forte diffusione degli smartphone, che rappresenterà il veicolo per l’adozione rapida da parte delle persone delle applicazioni di questo comparto. Gli italiani, già amanti dei gadget tecnologici, apprez- zeranno assai il fatto di avere nuove buone ragioni pra- tiche per utilizzarli. Spinta tecnologica e attrito organizzativo La robotica di servizio comincerà a diffondersi in 90 verso il 2025). In rapida crescita vi saranno: – il controllo da remoto e la visualizzazione dello stato di sistemi di allarme e videosorveglianza; - ratura/umidità interna ed esterna) dei sistemi di - freddamento); – la visualizzazione dello stato e controllo da remoto - re di materiali di consumo) degli elettrodomestici forni combinati, segnalazione guasti); - lizzata e da remoto dei carichi elettrici domestici; controllo del fotovoltaico domestico, inclusi i pan- Lo sviluppo dell’approvvigionamento automatico o semiautomatico dei materiali di consumo dome- si appoggerà sul contemporaneo sviluppo di piccole e grandi reti distributive locali o nazionali che riceveran- no ordini per una tipologia sempre più varia di merci. Sportelli deserti L’impatto dell’innovazione nelle telecomunicazioni sulla salute delle persone sarà nei prossimi anni mol- to rilevante, soprattutto per la fascia più anziana della
  • 46. 91 popolazione, che potrà avvalersi di un monitoraggio continuo delle condizioni di salute: – aumenterà notevolmente la possibilità per gli anzia- ni di usufruire di un’assistenza sanitaria continua restando nel proprio domicilio; – per tutti gli strati sociali, comunque, sarà già molto importante la digitalizzazione dei rapporti con il sistema sanitario, che farà venire meno una quota consistente degli sprechi di tempo in spostamenti e code agli sportelli. Fra possesso e accesso con i suoi comportamenti di consumo condizionerà e dunque, sarà un esercizio cruciale e ricorrente. I consumatori italiani, in particolare, resteranno propensi al possesso di gadget, cosicché la vendita di device nel nostro Paese resterà nei prossimi anni molto - no anche relativamente “pigri” nell’accesso ai nuovi - te più lenti che nel resto d’Europa. 92 Ostacoli cognitivi Nonostante i progressi delle infrastrutture di nuo- va generazione, il decollo dei servizi digitali sarà nel nostro Paese più lento che altrove, in parte per ragioni sensibilmente più bassa che in molti altri contesti), in in un contesto economico nazionale che resterà molto debole e incerto. Il decollo del mercato digitale, in un paese come l’Italia, risulterà quindi faticoso e abbastanza differen- ziato da settore a settore. In particolare, sarà: – veloce e diffuso nei casi in cui la richiesta di capa- cità sarà limitata e la fruizione abbastanza passiva; – più di nicchia laddove richieda il possesso o l’attiva acquisizione di nuove capacità di interagire con gli strumenti e i soggetti dell’offerta digitale. Informazioni indossate A fronte delle inerzie derivanti dalla cultura e dalle abitudini di consumo, non va però trascurato il forte progresso che avverrà nella strumentazione per in- Nei prossimi anni si combineranno in misura cre- scente lo sviluppo delle Telecomunicazioni da un lato e il rafforzamento e la diffusione della Data Science dall’altro. Da questa convergenza emergerà una gamma di strumenti per il marketing B2C di portata assoluta-
  • 47. 93 mente inedita e di crescente potenza. Le informazioni raccolte dalle grandi aziende che basano il proprio business sui dati arriveranno in mi- sura crescente dalle nostre case, dagli “smart device”, dalle nostre auto sempre più intelligenti e iperconnesse, wearable technology). Anche il volume di dati prodotti dai social network, smart city) e dai log dei sistemi informativi aziendali, a cui si aggiungerà sempre più l’output del processo costante di digitalizzazione della conoscenza, si con- asset imprescindibile per tutti i settori startup innovative, Ong, etc.). BUSINESS TO BUSINESS Velocità differenti In tutto il mondo, nel prossimo decennio, l’econo- mia verrà caratterizzata da una trasformazione digi- tale la cui velocità, però, dipenderà largamente dalle differenze nazionali e dai diversi settori economici di applicazione. Si passerà da un’economia in cui l’informatica era di supporto al processo produttivo a un’economia in cui il digitale è integrato con il ciclo di vita dell’azienda. Lo sviluppo infrastrutturale, di per sé, sarà neces- - 94 liana: la questione decisiva sarà la capacità del tessuto imprenditoriale nazionale – composto di piccole impre- se spesso molto arretrate dal punto di vista organizza- tivo e della valorizzazione delle nuove tecnologie – di cogliere l’occasione del salto di qualità infrastrutturale per realizzarne uno analogo dal punto di vista dei mo- delli organizzativi e di business. Disfunzioni organizzative Per molte imprese, anche grandi ed esposte alla concorrenza, la trasformazione digitale sarà tutt’al- tro che semplice, poiché metterà in discussione prassi organizzative e disegno dei processi consolidatisi nel - nere l’informazione anziché diffonderla). Ancora a lungo, dunque, si assisterà a disfunzioni fatturazione elettronica utilizzata a macchia di leopar- do nella stessa azienda, le informazioni scambiate te- lefonicamente anziché tramite sistemi di archiviazione condivisi, la cesura fra le informazioni di cui dispon- gono gli addetti al call center e quelle riportate nei siti e nelle comunicazioni pubblicitarie, etc.). Stesse tecnologie, maggior impatto Le implicazioni per le imprese dello sviluppo della
  • 48. 95 business saranno in buona sostanza le stesse dell’u- tenza privata: grande velocità, abilitatore per servizi della diffusione di servizi AaaS, utilizzabili senza - li innovazioni tecnologiche effettivamente utilizzate dall’utenza Business riguarderanno comunque soprat- tutto due aree: – All as a Service – SaaS, IaaS, FWaaS, etc). un maggiore impatto per il sistema produttivo rispetto al mercato Consumer e sarà il driver abilitante di nuove possibilità d’offerta che aumenteranno la competitività del sistema produttivo. Sul versante dei clienti Business si avrà: – una maggiore penetrazione di servizi cloud; – una forte diffusione dell’IoT. Una parte di primaria importanza della domanda Business dei prossimi anni sarà relativa alle applica- zioni per la gestione dell’innovazione industriale, con l’applicazione al loro interno dell’Internet of Things e - tene di montaggio dislocate in vari luoghi, etc.). Con l’effettivo sviluppo dei servizi in cloud si dif- fonderà un nuovo modo di vivere la dimensione azien- dale in mobilità: vi sarà quindi la necessità di ripensare 96 i sistemi informativi aziendali in una logica differente, andando oltre la pura trasposizione in cloud di applica- I driver commerciali per la proposizione dei ser- vizi cloud saranno sempre meno legati al risparmio di costi nella gestione e manutenzione delle server farm interne, al miglioramento del ciclo di provisioning delle sistema. Aumenterà invece l’importanza di orientarsi modello, oggi praticato prevalentemente dalle imprese It, si diffonderà in misura rilevante anche nelle altre aziende, anche in quelle molto grandi e anche al di là della fascia di imprenditori di nuova generazione, pro- pensi all’innovazione. Per la trasformazione delle organizzazioni pubbli- che e private sarà decisiva l’adozione di un approccio di Data Driven Decision grezzi in informazioni, le informazioni in conoscenza e la conoscenza in decisioni). Gli strumenti per ottenere questi risultati saranno nei prossimi anni sempre più dall’eccesso di informazione sarà quella di sviluppare un sistema di rating personale, sempre a disposizione attraverso il proprio motore di ricerca, che sarà co-
  • 49. 97 struito in modo automatico a partire dall’osservazione dei comportamenti professionali dell’utente. I motori di ricerca, inoltre, saranno in grado di comprendere il linguaggio naturale e diverrà competitiva la ricerca di informazioni e di supporto alle decisioni embedded nel motore stesso. È però prevedibile che gran parte degli operatori privati italiani resteranno ancora per alcuni anni molto indietro rispetto agli Ott nell’uso dei dati in proprio possesso in vista di una adozione di un modello deci- sionale Data Driven. Industry disruption Una delle direttrici di innovazione consentite dallo sviluppo delle nuove reti riguarderà la datazione, ac- time-stamping”) delle transazioni salto di scala nella velocità della rete sarà quindi un - cace di tale mercato. Anche nel sistema di trasporto merci e persone prenderanno sempre più piede nei prossimi anni nuovi modelli organizzativi. Per le imprese sarà infatti impre- scindibile un percorso di sviluppo delle infrastrutture telematiche: sia le tecnologie presenti sul mercato lega- Internet of Things), sia la necessità di raccogliere, immagazzinare e proces- 98 capacità e a latenza minima.
  • 50. 99 5. QUATTRO SFIDE PER LE TELECOMUNICAZIONI Si accentuerà nei prossimi anni la correlazione tra il controllo della produzione di contenuti culturali e gli - - ma da parte del W3C – World Wide Web Consortium per assicurare la sua capacità di impedire agli utenti di creare copie non autorizzate del suo contenuto). Lo sviluppo della rete resterà per molti aspetti un processo distribuito, la competizione tra piattaforme erogatrici di contenuti e i proprietari delle infrastrut- ture di rete condizionerà la disponibilità di “innovazio- player internazionali sui mercati delle singole nazioni. In tal modo verrà eroso uno dei meccanismi istituzionali e organizzativi di base che hanno reso Internet una forza per il decentramento del potere sociale, economico e culturale. 100 Follow the money La pressione delle imprese produttrici di video commerciali si scontrerà con il potenziale di demo- cratizzazione e inclusione alla base della cultura di Internet, espressa tra l’altro dalla diffusione e fruizione di user generated content. Uno degli effetti di questa dinamica sarà quello di spingere per uno spostamento verso l’uso di Internet in una modalità che ricorda la fruizione passiva tipica dei mass media tradizionali. La connettività a basso costo faciliterà la collabora- etc.). A sostegno di questa forma produttiva si diffon- deranno due principali modelli economici: – uno basato sui micro-pagamenti; – un altro aderente al modello “all you can see/listen” e le relative recurring revenues. L’ora del prosumer Nel 2025 saranno pochi attori di grandissima di- mensione a contendersi il mercato dei contenuti, e lo faranno con contenuti di altissima qualità. Tuttavia, i prossimi anni vedranno anche la nascita di numerosi nuovi provider di contenuti digitali. Una parte di questi saranno imprese strutturate, altri invece forme organizzative sfumate a mezza strada: – fra il prosumer e il produttore vero e proprio. La riduzione di costi e dimensioni contestuale al